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Sinner: "Sto studiando per diventare numero 1 del mondo"

7 MAGGIO
TENNIS

Così il 19enne altoatesino in una lunga intervista a G., il magazine della Gazzetta dello Sport.

SPORT TODAY

Sul magazine della Gazzetta dello Sport G. c’è una lunga intervista a Jannik Sinner che si confida a tutto tondo riguardo l’inizio di una carriera tennistica che promette di essere straordinaria. Ecco alcuni stralci dell’intervista.

"La pressione? Non ci penso e continuo a lavorare sodo - dice il 19enne altoatesino di Sesto Pusteria -. Un giocatore la pressione se la mette da solo, se vuole ottenere risultati importanti. Io sono all'inizio, ogni partita che vinco o che perdo mi serve per imparare qualcosa. Certo, è impossibile chiedere a un giocatore di 19 anni di avere l'esperienza dei giocatori più forti al mondo. Soprattutto, non si può giudicarlo da un solo match".

Il suo coach Riccardi Piatti dice che la stagione sulla terra sia fondamentale per la crescita di Jannik, che risponde: "Ha ragione, tutti pensano che siccome ho fatto i quarti a Parigi l'anno scorso, io sia già molto competitivo sulla superficie. Non basta un torneo solo per stabilirlo, serve continuità. Rispetto al resto d'Italia, l'Alto Adige è particolare. Il freddo ti obbliga a giocare quasi tutto l'anno indoor e su campi veloci. Io non sono cresciuto sulla terra, il rosso ti fa pensare di più, ti fa cambiare l'impostazione di alcuni colpi".

Il rapporto col Foro Italico di Roma: "Gli Internazionali per adesso li ho giocati solo due volte, ma sento già che mi appartengono, come succede a tutti i giocatori italiani. Lì respiri un'atmosfera e una partecipazione assolutamente diverse rispetto a ogni altro posto. E' vero che per noi italiani la pressione è più alta, ma quando sei in difficoltà il pubblico romano è un grande aiuto in più".

Alla domanda se stia già pensando alle ATP Finals che da quest’anno si giocheranno a Torino, Sinner risponde così: "Il mio obiettivo è fare esperienza e crescere. Studio per diventare un giorno numero 1. E' un percorso che richiede quattro o cinque anni, ogni passo non meditato rischia di riportarti indietro. Se in estate sarò ancora in corsa per le Finals, sarà giusto provare a cogliere l'occasione. Ma non dovrà essere un'ossessione".

Da ragazzino era un fortissimo sciatore, ma Jannik non si è mai pentito di averlo lasciato per il tennis: "Nello sci se sbagli una porta non hai più possibilità. Con una racchetta in mano, fino a quando la partita non è finita, puoi sempre rimediare. Andare via di casa a 13 anni è un sacrificio che accetti se guardi le cose in prospettiva. La famiglia ti manca ma sopporti la lontananza per un bene superiore. E ormai quella di Riccardo Piatti è diventata la mia seconda famiglia".

Infine due parole su Lorenzo Musetti, l’altro ragazzo d’oro del tennis italiano: "Ho intenzione di allenarmi spesso con lui perché è un giocatore di enorme talento con caratteristiche diverse dalle mie e da lui posso imparare tante cose nuove dal punto di vista tennistico".

Jannik Sinner

getty imagesJannik Sinner

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