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Secondo Vagnozzi al ragazzo di San Candido sono rivolte critiche eccessive, senza considerare appieno il percorso intrapreso (miglioramenti inclusi), o la giovane età: "Su Jannik c’è pressione, troppa pressione; come subisce un break, scatta l'allarme, come se alcune cose non funzionassero, o come tutti gli altri tennisti fossero impermeabili al break. Le critiche ci stanno, ma talora sono gratuite: non occorre drammatizzare, dopo Parigi ho sentito parlare di 'disastro' o di 'allarme' e ne sono rimasto sorpreso".
Sinner ha migliorato sotto la sua guida, ma il lavoro su un top - 10 si occupa di più aspetti: "Quando ci siamo incontrati, per lui il tennis era già una cosa seria; eccezion fatta per le prestazioni tra gli Internazionali e il Roland Garros, in cui non si è ovviamente divertito, lo vedo in campo più 'italiano'; parla di più, scherza di più.. Sa stare in mezzo agli altri, anche se ha di fronte aspettative elevate che è difficile gestire: tutti pensano che lui possa fare questo o quell'altro, ma la vera sfida non è vincere un torneo, bensì il secondo, il terzo e così via. E' un progetto importante che continua, non possiamo adesso occuparci dei soli dettagli; da un punto di vista fisico è migliorato, abbiamo scelto di modificare il servizio dopo Parigi e abbiamo raccolto i frutti a Londra, dove è stato al vertice quanto a punti ottenuti con la prima di servizio, per ace e velocità di palla. Continueremo così, lui in ogni aspetto sfiora il massimo: alzeremo il numero di prime, miglioreremo l'esperienza, ci occuperemo tatticamente delle partite".
Getty ImagesSimone Vagnozzi