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La tennista statunitense occupa infatti la posizione numero 12 nel WTA ranking e in questa prima parte dell'anno è riuscita a raggiungere per la prima volta nella sua carriera, una finale in un Major a Parigi. Il prossimo appuntamento si chiama US Open e a questo punto, non è errato considerarla una tra le papabili vincitrici del torneo americano.
A volte basta poco per far scoccare una scintilla: può servire anche una sconfitta, esattamente come capitato alla Gauff nell'ultimo atto perso al Roland Garros contro Iga Swiatek. In quel momento è arrivato il vero e proprio cambio di mentalità.
"Mi sono accorta che oltre al tennis c'è la vita, quella reale quotidiana. La vita è li per essere vissuta e goduta. Non voglio solo pensare a giocare, voglio divertirmi e fare altro, come una persona normale. I miei obiettivi professionali non cambiano, cambia la mia mentalità che non è più ossessionata dai risultati."
La Gauff tuttavia ammette come l'influenza di due tenniste americane abbiano influenzato le sue scelte e come abbiano impattato profondamente il suo periodo di approccio al tennis in tenera età.
"Senza Serena e senza Venus io non sarei mai diventata una tennista. L'ho anche detto a Venus alla fine di una partita in cui l'ho battuta a Wimbledon. Io e il mio allenatore guardavamo praticamente soltanto i loro match e per me è sempre stato un sogno poterle sfidare su un campo in una partita vera. Non è successo troppe volte, anzi, ma mai avrei pensato di poter battere una di loro".
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