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Internazionali d'Italia, quando il pubblico romano scosse il mondo del tennis

6 MAGGIO
Tennis/INTERNAZIONALI D'ITALIA

Alla fine degli anni '70 il Foro Italico sembrava più lo stadio Olimpico, specialmente quando giocava il padrone di casa Adriano Panatta.

SPORT TODAY

Lo sanno tutti, il tennis si gioca in silenzio. A differenza di altri sport, in cui il pubblico partecipa per fare la differenza, nel mondo della racchetta l'arbitro e i giocatori invocano sempre agli spettatori presenti di non parlare, soprattutto per concentrarsi. Sembra ci siano anche ragioni storiche, legate a un certo elitismo delle origini e al fatto che venisse considerato uno svago e non una sfida tra persone.

Quella del silenzio però non è una vera regola scritta del tennis, ma solo una tradizione molto radicata. E a Roma, durante gli Internazionali, il pubblico è famoso per non rispettare questa usanza. I fan capitolini sono soliti fare baccano, per sostenere in modo viscerale gli azzurri in gara. Ma ci sono stati anni in cui al Foro Italico sembrava di giocare quasi allo stadio Olimpico, anche perché il tifo era tutto per la leggenda di casa Adriano Panatta. 

"Gli inglesi hanno inventato il tennis, ma gli italiani lo hanno umanizzato", disse in passato Bud Collins, illustre giornalista sportivo e cantore del tennis. Affermazione sicuramente nata dopo aver assistito agli Internazionali d'Italia. Specialmente in due anni, nel 1976 e nel 1978, il pubblico romano ha fatto parlare di sé in tutto il mondo. Era decisamente un periodo storico complicato, gli "anni di piombo" nella Capitale hanno lasciato una traccia indelebile e impossibile da cancellare. E il calore e la tensione che si respirava nelle strade invase anche il Foro Italico. 

Il 1976 vide la consacrazione di Adriano Panatta, che vinse nello stesso anno gli Internazionali d'Italia e il Roland Garros (secondo italiano di sempre dopo Nicola Pietrangeli), trascinando inoltre anche gli azzurri al trionfo in Coppa Davis (finale in Cile in piena dittatura Pinochet, un evento che divenne un caso politico). Una cavalcata quella del romano iniziata in un primo turno complicato, in cui dovette annullare ben undici match point a Kim Warwick (avanti 5-1 nel terzo set). Un'impresa che caricò il padrone di casa, che successivamente vinse in due set il derby con Tonino Zugarelli. Dopo aver battuto anche Franulovic, il fattaccio che scosse il mondo del tennis (e due anni dopo fu ancora peggio). 

Un pallonetto di Panatta non chiamato ‘out’ (come probabilmente era) fece arrabbiare l'avversario Harold Solomon che protestò a lungo contro il giudice di gara. Il Centrale divenne una bolgia e l'americano abbandonò il campo. Nella semifinale con Newcombe e in finale contro l'argentino Guillermo Vilas (n.1 del tabellone), il pubblico sostenne fino allo sfinimento il capitolino, che riuscì ad avere la meglio, regalandosi fino a quel momento la più grande gioia della propria carriera e una giornata indimenticabile ai concittadini presenti e non solo.

La vittoria di Panatta nel 1976 caricò ancora di più il pubblico romano nelle edizioni successive e nel 1978 si toccò decisamente il culmine. In semifinale, come due anni prima, un altro avversario decise di abbandonare il campo ma questa volta non per una decisione del giudice. Josè Higueras, avanti 6-0, 5-1 su Panatta, scaldò il pubblico presente con un gesto dell'ombrello che già da parecchio lo stava innervosendo. Apriti cielo. I romani esagerarono, nemmeno l'arbitro fu in grado di fermarli e l'avversario dell'azzurro implorò a tutti di mantenere la calma, cosa che però poco prima non gli era riuscito nemmeno a lui con un gestaccio che pagherà a caro prezzo. 

In campo volarono anche monetine e bottigliette, oltre che insulti a ripetizione. Un’umanizzazione oggi perduta, ma che resta indimenticabile. Alla fine, Higueras dovette cedere alla furia del pubblico e decise di ritirarsi. Dopo la gara, le sue parole restano scolpite nella pietra: "Sembravano animali, a Roma non si può giocare".

A "vendicare" Higueras ci pensò però la leggenda Borg. Lo svedese riuscì a mantenere la calma, anche se in in seguito confesserà di aver pensato di ritirarsi durante il set finale. Panatta vinse 6-1 il primo set, ma la rimonta dell'avversario rovinò i piani del tennista romano: 6-4 nel secondo set e 6-3 nel terzo per "Ice Man". La sua straordinaria carriera è appena iniziata, la sconfitta del capitolino invece ancora lascia il segno: nessun tennista tricolore è mai più riuscito a raggiungere la finale al Foro Italico. Il pubblico in passato ha fatto la differenza come mai era accaduto nella storia del tennis. Oggi non è più quello di allora e forse è meglio così. Forse... Ma ovviamente si può vincere anche in silenzio, agli azzurri il compito di riuscirci.

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