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Le frasi più divertenti e pesanti tra leggende dello sport

30 LUGLIO
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Maradona contro Pelé, O'Neal contro Bryant e Alì e Tyson: ecco alcune battute rimaste nella storia.

SPORT TODAY

Partiamo dal mondo del pugilato, che ha da sempre regalato grandi scontri verbali. Il re del trash talking è noto però essere Muhammad Ali, che non risparmiò il suo grande rivale Joe Frazier attaccandolo sull'aspetto fisico: "Joe è troppo brutto per essere campione. Joe Frazier è troppo stupido per essere campione. Il campione dei massimi deve essere intelligente e grazioso come me. Le lacrime gli scorrono dietro la fronte, per non guardarlo in faccia. Quella faccia che andrebbe tutelata dal WWF”.

Anche in Nba non sono mancati grandi scontri verbali, anche tra compagni di squadra. Celebre la rivalità tra O'Neal e Bryant, proseguita anche dopo gli anni d'oro ai Lakers. Dopo il titolo perso da LA nel 2008, Shaq festeggiò con un rap in un club, al ritmo di “Kobe, che sapore ha il mio ca…”. Dopo la rivincita del 2010 sui Boston Celtics, Bryant si prese la rivincita: “Cosa significa questo anello per me? Averne uno più di Shaq (5 a 4). Io non dimentico nulla”.

Maradona o Pelé? Questa domanda non avrà mai una risposta, sicuramente invece i due campioni qualche risposta piccata negli anni se la sono data. La leggenda del Napoli un giorno ci andò giù pesantemente. “Pelé pensava che sarebbe potuto diventare il presidente dei brasiliani, avrebbe invece dovuto occuparsi di Garrincha e non lasciarlo morire nell’indigenza”. La risposta di Pelé non si fece attendere: “Un cattivo esempio per i giovani. Dovrebbero togliergli tutti i titoli vinti, come fanno agli atleti olimpici positivi all’antidoping”, aveva aggiunto l’ex fuoriclasse del Santos.

Una storica rivalità in MotoGP è stata quella tra Rossi e Biaggi. In una gara, il pilota romano ha provato a superare il Dottore al traguardo, col nove volte campione del mondo che stava festeggiando anticipatamente prima della bandiera e molto lentamente. Biaggi non ci è riuscito, Rossi si è tolto così subito dopo un sassolino dalla scarpa: “Mi ha sorpassato vicino molto velocemente, lui è solito fare queste stronzate…evidentemente gli tira il cu** arrivare dietro tutte le domeniche. Ciao!”.

Nel tennis è stata la più grande rivalità degli anni '90: quella tra Sampras e Agassi. Quest'ultimo era più solito provocare l'avversario e una volta lo attaccò sul "portafoglio": “Una volta ho scommesso con il mio ex coach su quanto avesse lasciato di mancia al guardia-macchine. Io dicevo 50 dollari, Brad sosteneva 5. Poi l’abbiamo chiesto al ragazzo: un dollaro”. Terminata la carriera, l’astio tra i due si è reso manifesto in maniera imbarazzante in un match di beneficenza del 2010, quando Sampras sparò deliberatamente una battuta in faccia al collega.

Torniamo al pugilato, con un'altra leggenda. Quando Mike Tyson si arrabbiava erano dolori, sul ring ma anche fuori. Indimenticabile la rissa col britannico Lennox Lewis sul palco di New York, con le parole di Iron Mike che certamente non avevano aiutato: “A Lewis strapperò il cuore, voglio mangiare i suoi figli. Batterò Lewis, lo infilerò nel dimenticatoio. E se lui proverà anche solo ad intimidirmi, pianterò un fottuto proiettile dentro il suo fottuto cranio”.

Se pensiamo al Mondiale del 2006 viene subito in mente il rigore di Grosso che ha consentito all'Italia di battere la Francia in finale, ma è impossibile non pensare alla testata di Zidane a Materazzi. Il campione francese disse addio al calcio nel peggiore dei modi, venendo espulso dopo un bruttissimo gesto. Dopo una trattenuta di maglia del difensore azzurro, il Pallone d'Oro chiese ironicamente se per caso avesse voluto la sua maglia. La risposta di Materazzi la conosciamo tutti: "Preferisco la ... di tua sorella". E conosciamo anche la reazione di Zidane.

Concludiamo col cricket, uno sport di provocatori irosi per chi non lo sapesse. Indimenticabile il botta e risposta tra le leggende Rod Marsh e Ian Botham. Il primo punzecchiò: “Come stanno tua moglie e i MIEI figli?”, il secondo chiuse il match: “Moglie bene, i figli sono ritardati”.

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