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Per Stoner, negli ultimi anni, la MotoGP ha preso una direzione sbagliata: “Per me le moto più belle, le vere moto, sono le 500, mi spiace un sacco non avere mai potuto correrci. Perché guidare quelle moto era un’arte. Poi è iniziata l’era dell’elettronica, fino al 2006-2007 con la Ducati eravamo ancora ai limiti di utilizzo del controllo di trazione, ma poi si è superato il limite, non ho più potuto guidare come mi piaceva”.
Stoner ha delle soluzioni: “Io farei dei cambiamenti, ma questo lo sanno tutti. Ali, via. Abbassatore, via. Anti-impennamento, via. Controllo di trazione limitato per ragioni di sicurezza, non invasivo come adesso. I costi devono scendere e farei un regolamento valido per una decina d’anni, così che tutte le Case possano essere competitive, senza continui adattamenti e cambiamenti. Tutto questo ha alzato tantissimo i costi, e quando hai metà delle moto sulla griglia che dettano legge non è giusto, non è quello che dovrebbe essere un campionato”.
Per Stoner cambiare è possibile e si può anche fare un passo indietro: “La Formula 1 l’ha fatto. Si tratta solo di avere regole certe che nessuno può oltrepassare. Ci fosse un regolamento stabile e a lungo termine sono convinto che la Suzuki sarebbe ancora in MotoGP. E ogni Casa svilupperebbe una moto con i suoi lati distintivi, mentre oggi le moto si assomigliano tutte. Oggi vedi queste riprese al rallentatore dove tutti fanno la stessa cosa. Non c’è nessuno che derapa, che fa qualcosa di diverso, tutti hanno un controllo perfetto, apri il gas e la moto non ha il minimo sbandamento. È frustrante. E per quanto io ami questo sport e le gare, sono deluso dal vedere a che punto siamo arrivati. Abbiamo più elettronica della Formula 1 e per me questo è qualcosa che va fermato. Anche perché non sono solo quelli dello sviluppo, ma i costi aumentano anche per le tantissime cadute. Io voglio vedere piloti che fanno errori, non che guidano tutti uguali, oggi la differenza la fai solo frenando il più tardi possibile, sperando che la tua moto giri. Ma così aumenti i rischi e vedi più cadute”.
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