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Il calo di prestazioni di Valentino Rossi è un dato oggettivo e sotto gli occhi di tutti. Il centauro di Tavullia, fa enormemente fatica a trovare il feeling corretto con la nuova moto e i risultati stentano ad arrivare. In più è naturale aggiungere a tutto questo che Valentino non è più giovanissimo e che è altrettanto naturale che abbia potuto perdere un pò di esplosività. Certo l'esperienza è un fattore importante, ma al momento sembra non bastare.
Il Dottore nella passata stagione nella prima metà del campionato mondiale di MotoGp si era comportato anche bene salendo sul podio a Jerez in Gara-2 e disputando corse coriacee e convincenti in Repubblica Ceca e persino in Austria, tracciato storicamente indigesto alla Yamaha e al nove volte iridato.
Valentino Rossi sperava di trarre giovamento dall’approdo nel team Petronas, squadra capace di vincere sei gare sulle quattordici disputate nel 2020, tre con Fabio Quartararo e tre con Franco Morbidelli. Invece il presente sta raccontando una storia completamente diversa da quella che ci si poteva immaginare.
La classifica per ora con l’asso di Tavullia è impietosa. Rossi ha raccolto appena nove punti con due piazzamenti a punti su cinque gare ed è 19esimo in graduatoria, mai così male.
Intervistato da Il Corriere dello Sport Livio Suppo, ex team manager in MotoGP di Ducati e Honda, ha dichiarato di non spiegarsi un inizio di campionato così in salita per Rossi. Il Mugello, però, potrebbe essere il circuito adatto per rivedere il classe 1979 nelle posizioni che contano: “Non riesco a capire bene cosa è successo. Il 26 luglio scorso era sul podio, parliamo di dieci mesi fa, nelle prime gare ha fatto una fatica mostruosa – le parole di Suppo – è qualcosa di veramente anomalo. Difficile attribuirlo a dieci mesi in più sulla carta di identità. Sarebbe veramente brutto per lui, per la carriera che ha avuto, finire così. A Le Mans ha dato segnali di ripresa, il Mugello per lui è una pista magica”.
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