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Motogp, il realismo di Marc Marquez: "Ad Assen torneremo alla normalità"

24 GIUGNO
MOTORI/MOTO/MOTOGP

Se in Germania è arrivata una grande vittoria, sarà molto più difficile sull'università del motociclismo di Assen, dove con ogni probabilità Marquez non sarà così competitivo.

SPORT TODAY

Il percorso di guarigione di Marc Marquez non è solamente fisico, ma anche mentale. Con la vittoria al Sachsenring di domenica, infatti, si è interrotto a 581 giorni il periodo senza vittorie in Top Class del Cabroncito (da Valencia 2019), un'eternità se si considera di chi stiamo parlando. Se il primo posto in Germania avrà sicuramente fatto bene, con ogni probabilità si è trattato purtroppo di un eccezione dovuta al particolare tipo di pista e al feeling del pilota col tracciato. 

Correndo in senso antiorario e con 13 curve a sinistra, infatti, il #93 ha potuto bypassare i numerosi problemi che lo affliggono da quel maledetto giorno a Jerez del 2020. Ma Marquez ha già avvertito che in Olanda ad Assen non sarà la stessa musica, e già qualificarsi direttamente in Q2 potrà essere un buon risultato. Sono i cinque i successi ottenuti su questa pista, due dei quali in top class, nel 2014 e 2018. Ecco le sue parole in conferenza stampa:

"l successo è stato importantissimo, forse è stata una delle vittorie più importanti in uno dei momenti più duri della mia carriera. È come essermelo lasciato alla spalle, il gradino più alto del podio mi dà una motivazione più, sia a me che alla Honda, che non vinceva da tanto [...] Qua (ad Assen, ndr) torneremo alla realtà. Il successo prima della pausa estiva è stato importante, poi avrò un altro mese per lavorare. L’obiettivo è guidare meglio del Mugello e del Montmelò, perché non mi aspetto di essere al livello del Sachsenring. Cercherò di essere nei dieci”.

Dopo questa corsa ci sarà la sosta estiva, e tutti i piloti ci tengono a far bene in vista dell'interruzione che durerà 5 settimane (si ritornerà in Stiria il weekend dell'8 agosto):

"La pausa estiva sarà importante per me per il braccio e per la spalla, che sentono tanto la fatica quando lavorano tanto. Nei test di Barcellona sono riuscito a girare tanto perché mi fermavo ogni tanto. Se faccio 30 giri di fila, il giorno dopo ne risento. Avverto poi tanto l’umidità e i cambiamenti del tempo. Ma è una cosa normale, me l’ha detto anche il medico al telefono".

Marc ha anche commentato brevemente la notizia dell'arrivo della VR46 in Motogp, e soprattutto le voci che vorrebbero Valentino in sella ad una delle due moto:

"Con lui tutto è possibile. Se vorrà continuare sarà bello per tutta la MotoGP, perché no".

Infine, Marquez ha parlato un po dei settaggi della Honda e delle difficoltà della casa nipponiche che, senza il suo alfiere, si è dimostrata una moto abbastanza modesta:

"to cercando di trovare una base su cui lavorare. Per me è stato difficile all’inizio, perché guidavo in modo strano. Dal Mugello invece sono tornato a guidare più o meno come in passato. Il mio setting è simile al 2019. Per un certo numero di gare quest’anno non ho capito la moto, poi ho chiesto agli ingegneri quali modifiche erano state fatte nel 2020. Le nuove soluzioni erano state approvate dai piloti, ma non c’erano vantaggi sul cronometro. Siamo arrivati al punto in cui sono voluto tornare alla moto 2019 o di Jerez 2020. Ora siamo su quella base e gara dopo gara, se abbiamo tempo, proviamo le novità che usano già le altre Honda, adattandole al mio stile. Questi test che faremo saranno comunque in ottica moto 2022 [...] Più o meno credo che siano i piloti a fare la differenza, più che la moto. Ora team che dieci anni fa non avrebbero avuto alcuna possibilità di vincere o fare podi, possono lottare per il mondiale".

Marc Marquez

Getty ImagesMarc Marquez

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