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F1, le sentenze di Mika Hakkinen: "Newey il segreto Red Bull"

12 AGOSTO
MOTORI/FORMULA-1

L'iridato 1998-1999 promuove la Mercedes: "Per risalire la china ci vogliono calma, costanza e ottimismo, la Ferrari non cambi i piloti, ma dia loro una buona monoposto".

SPORT TODAY

Con l'esperienza di un bicampione del mondo (1998 e 1999), Mika Hakkinen ha intuito dai test di pre-stagione il potenziale della Red Bull e le difficoltà della Ferrari: "Pensavo che la Red Bull potesse dominare, conosco Adrian Newey: abbiamo vinto due Mondiali e, quando ci sono cambiamenti tecnici, azzecca il progetto vincente intorno alle nuove regole; come ho visto i test in Bahrain, come le monoposto si comportavano su cordoli e sconnessioni dell'asfalto, ne ho intuito la velocità. Non è un problema per la F1, anzi sono le corse: non so se il merito sia però del pilota, o della vettura" spiega a 'La Gazzetta dello Sport' il finlandese "La Ferrari è in una situazione difficile, come le altre Scuderie che non vincono: serve gente che ne capisca a livello tecnico e metta assieme i pezzi. Oggi è complicato: ci sono simulazioni e galleria del vento, ai miei tempi invece si poteva rimanere all'infinito in pista. Si può risalire la china cercando soluzioni con calma e costanza: a fare la differenza sono l'energia positiva e le persone. Leclerc e Sainz hanno esperienza in una squadra al top e talento, sono nel posto giusto: corrono sempre al limite perché l'auto è difficile da guidare. Non hanno ancora vinto un Mondiale, ma sono forti e vanno supportati: andiamo oltre i facili giudizi, con una monoposto all'altezza otterranno risultati".

Chi ha reso migliore la prospettiva è la Mercedes, che non ha però ancora sciolto il dubbio Lewis Hamilton: "La Mercedes sta rinascendo, sarà la rivale Red Bull nella stagione ventura; per quanto riguardo il rinnovo di cotnratto, Lewis deve analizzare il futuro della Mercedes, chi progetterà la macchina, i soldi a disposizione, le motivazioni del team; è difficile ragionare a mente fredda quando hai vinto molto con una squadra".

Netto il giudizio sulla F1 di adesso, che è molto esigente coi piloti: "Le nuove generazioni sono migliori delle vecchie: i piloti attuali sono da un punto di vista della guida, psicologico e tecnico più consistenti, anche se hanno un ventaglio di strumenti a disposizione maggiore; quando un campione arriva al vertice come Max non muta il talento, ma sa affrontare meglio qualifica e gara, la gestione degli pneumatici e altri dettagli. Tra i giovani mi piace, fuori dall'abitacolo, la coppia Norris-Piastri: in pista è difficile intuire il vero talento, le auto sono troppo pesanti e il potenziale di velocità che ha un pilota è celato. Li scelgo per la personalità, il carattere, il lavoro di squadra e come comunicano". 

Mika Hakkinen

Getty ImagesDue volte iridato

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