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Tour de France: il rocambolesco trionfo di Guerini sull'Alpe d'Huez

14 LUGLIO
CICLISMO/TOUR DE FRANCE

Il bergamasco di Vertova nel 1999 firmò il settimo e ultimo successo italiano in cima a una delle salite simbolo della Grande Boucle.

SPORT TODAY

L'incidente e la vittoria di Guerini all'Alpe d'Huez col commento di De Zan e Cassani

Dopo quattro anni di assenza, oggi, giorno della festa nazionale francese, il Tour de France presenta di nuovo una tappa, la dodicesima di questa edizione, con l’arrivo in salita all’Alpe d’Huez, una delle cime più mitiche in assoluto della Grande Boucle, al termine di 165,1 km con partenza da Briançon e anche con il Galibier, dal versante del Lautaret, e la Croix de Fer da scalare.

Questa salita è stata definita la montagna degli olandesi, perché tra il 1976 e il 1989 i ciclisti orange l’hanno vinta otto volte. Ma gli italiani non sono molto da meno: i nostri corridori vi hanno trionfato sette volte, la prima con Fausto Coppi nel 1952 nella prima tappa della toria arrivata in questa località sciistica del dipartimento dell’Isère, poi si sono imposti Gianni Bugno nel 1990 e 1991, Roberto Conti nel 1994, Marco Pantani nel 1995, quando stabilì il record della scalata, e ancora nel 1997, e infine Giuseppe Guerini nel 1999.

Sono quindi 23 anni che gli italiani non vincono all’Alpe d’Huez e vogliamo raccontare proprio il rocambolesco successo di Guerini, datato anche lui, come la tappa odierna, 14 luglio, con Lance Armstrong che era maglia gialla e che vinse il suo primo Tour ma che poi fu privato di quella e di tutte le altre sei vittorie nella Grande Boucle per il noto scandalo doping. Guerini, con i colori del Team Polti, era arrivato terzo al Giro d’Italia nel 1997 e 1998, anno quest'ultimo nel quale aveva vinto il tappone dolomitico Asiago-Selva di Val Gardena, al termine del quale Pantani prese, e non mollò più in quell’edizione, la maglia rosa, per poi trionfare anche in Francia.

Nel 1999 Guerini era stato ingaggiato dalla Deutsche Telekom per aiutare Jan Ullrich, vincitore nel 1997, ad andare a caccia del suo secondo Tour, ma il tedesco non partecipò per un infortunio al ginocchio. Il 29enne bergamasco di Vertova ebbe così via libera per andare a caccia di un successo di tappa. Le prime giornate di quel Tour per lui non furono facili ma proprio nella tappa dell’Alpe d’Huez, la decima di quell’anno, 220,5 km con partenza da Sestriere e anche con le scalate a Moncenisio e Croix de Fer, trovò la sua grande giornata.

La frazione fu caratterizzata dalla fuga dei francesi Heulot e Bourguignon, il primo resistette per 150 km ma venne ripreso da Armstrong, Zuelle, Escartin, Virenque, Tonkov, Contreras, Beltran e Guerini quando la salita era già cominciata e dopo che il bergamasco aveva ripreso questo gruppetto dopo averne perso le ruote. A tre chilometri dal traguardo Beppe scattò mettendo il turbo e nessuno riuscì a seguirlo. Del resto era soprannominato proprio “Turbo”, poiché il papà era guardiano di una centrale idroelettrica proprio a Vertova...

Ormai la vittoria non poteva togliergliela più nessuno, ma a 800 metri dall’arrivo accadde l’incredibile: un improvvisato e incosciente fotografo gli si parò davanti e Guerini non riuscì a evitarlo. I due caddero e l’uomo, per farsi perdonare, rimise il bergamasco in sella. Nella caduta Beppe aveva perso almeno 10 secondi ma a quel punto si mise a spingere come un dannato e riuscì ad arrivare solo al traguardo con 21 secondi di vantaggio su Tonkov, che pur difendendo i colori di un’altra squadra, la Mapei, dirà di aver rinunciato a inseguire un suo abituale compagno di allenamento. Terzo a 25 secondi Escartin, che mise in fila gli altri, compreso Armstrong.

Tutto è bene quel che finisce bene, insomma, nonostante lo spavento nel finale. Guerini chiuderà quel Tour al ventiduesimo posto, mentre alla Grande Boucle di sei anni dopo, con la maglia della stessa squadra, chiamata in quel momento T-Mobile, si migliorerà classificandosi ventesimo e vincendo un’altra tappa, la diciannovesima dell'edizione 2005, la Issore-Le Puy-enVelay. Ma la sua vittoria più grande resterà quella di mercoledì 14 luglio 1999, sulla montagna resa celebre dalle imprese di Coppi e Pantani.

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