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"Sarà la sola cronometro di questo Tour de France a decidere la corsa? Sarebbe stato bello ai miei tempi avere solo 22 km contro il tempo; allora c'erano un paio di cronometro di 60-70 km.. I tre giorni sulle Alpi hanno confermato che dietro Vingegaard e Pogacar c'è il vuoto, quando loro si muovono non c'è nessuno in grado di rispondere; è un Tour bello e avvincente, ma mi sarei aspettato distacchi più importanti. Lo sloveno è astuto, prova a lanciare mosse trabocchetto con gli scatti dei compagni come Adam Yates, ma il danese non abbocca e ribatte come sullo Joux Plane; hanno alle spalle le squadre più forti del lotto, quelle che decidono le sorti della corsa, mentre le altre puntano a vincere qualche tappa, se va in porto la fuga" esordisce il varesino a 'La Gazzetta dello Sport'.
L'equilibrio è velato dal timore di lasciare per strada secondi decisivi, perciò il 'diablo' considera una opzione sottovalutata: "Che tra di loro balli un distacco così ridotto li frena. A volte ho l'impressione che abbiano il timore di muoversi, al punto che sabato, a furia di andare in surplace, hanno permesso a Carlos Rodriguez di conquistare Morzine. Dopo il giorno di riposo, non si potrà fare calcoli nella cronometro: non ci sono favoriti, Vingegaard è più adatto a questo tipo di prestazione, ma Pogacar spinge bene e dubito ne uscirà un distacco che decida la classifica; il giorno successivo ci sarà il Col de Loze, penso saranno decisivi gli abbuoni per la Maglia Gialla".
L'Italia è in difficoltà, ma Ciccone ha capito come battagliare per la classifica degli scalatori, conquistata per l'ultima volta da un azzurro nel 1992 (lo stesso Chiappucci): "Giulio è in Maglia a Pois, ora viene il bello perché la deve difendere e blindare: la tappa di ieri ha dimostrato che se punta alla classifica degli scalatori deve raccogliere piazzamenti nei primi Gpm a discapito di essere lucido nel finale; io ero coinvolto nella classifica generale e dovevo quindi avere una tattica differente. 79 tappe senza un italiano vincitore e solo 7 corridori al via sono numeri che devono fare riflettere: non possiamo avere un ruolo così marginale in una corsa che tutti aspettano l'intera stagione".
Sono Carlos Rodriguez e Wout van Aert a meritare la chiosa: "Sono piacevolmente colpito da Carlos Rodriguez, giovane che ha carattere e grinta e che va forte in salita e in discesa; mi spiace per van Aert, da quando ha lasciato a Laporte il successo nella Gand - Wevelgem pare sia incappato in una maledizione, è sfortunato al momento di raccogliere. Mai avrei pensato che Poels lo staccasse di 2' nel finale".
Getty ImagesProtagonista nei Tour de France degli Anni 90