Va agli archivi l'edizione numero 110 del Tour de France, che dà l'appuntamento al prossimo anno, dove prenderà il via dal Bel Paese (tre tappe a partire da Firenze), che non ha sinora ospitato l'avvio della Grand Boucle e che ha intenzione di omaggiare la 'culla del ciclismo': il direttore Christian Prudhomme offre il suo bilancio a 'RTBF', cominciando ovviamente dal duello tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar, che si sono divisi le quattro vittorie più recenti.
“Abbiamo sognato la lotta tra Vingegaard e Pogacar e ce l’abbiamo avuta, per un paio di settimane è stata serrata, al punto che qualcuno ipotizzava sarebbe stato il Tour più combattuto di sempre, poi la cronometro ha regalato distacchi impressionanti e sorprendenti; il giorno dopo il cedimento di Pogacar ha spiegato le difficoltà della prova contro il tempo, è chiaro che la frattura al polso abbia inciso“ riassume l'andamento della corsa partita dai Paesi Baschi il 62enne ex giornalista, che, dopo un triennio da apprendista di Jean - Marie Leblanc, ha preso le redini della 'Carovana Gialla' nel 2007.
Il pubblico ne è stato soddisfatto, eccedendo nel manifestare il proprio entusiasmo in taluni frangenti: “È una edizione che ha scatenato la passione. In fin dei conti il rovescio della medaglia del successo sono questi episodi; servirà adesso prendere alcune misure per non diventare noi stessi le vittime del grande successo che ha il Tour. L'omaggio rivolto a Thibaut Pinot è stato immenso, lui ha saputo ritirarsi al momento giusto e dare sulla strada emozione".
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