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La carriera di Egan Bernal, che nasceva sfolgorante dopo i successi al Tour de France 2019 e al Giro di Francia 2021, ha subito una cesura il 24 gennaio 2022, quando nella sua Colombia ebbe uno scontro a 60 all'ora contro un bus fermo: dal rientro agonistico di agosto (al Giro di Danimarca) all'attuale Giro del Delfinato, il classe 1997 cerca sé stesso, come racconta in una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport'.
"Il lavoro a Milano, nella galleria del vento, è stato piuttosto produttivo, ho fatto quello che dovevo con la nuova bicicletta da cronometro. Non ritornavo a Milano da quando vinsi il Giro d'Italia: è una città importante per me, la premiazione è un ricordo che porterò sempre con me. Per arrivare alla luna, devi puntare al sole: in una stagione le battute d'arresto sono la norma, io le ho avute a prescindere dall'incidente, ma il mio corpo sta rispondendo bene: voglio ritornare il Bernal di prima. La determinazione è man mano aumentata: Dio mi ha dato una seconda opportunità, io devo guadagnarmela. Sono grato alla vita, voglio impegnarmi e fare ciò che mi piace al massimo: sto cercando la versione migliore di Bernal, senza pensare ai grandi rivali in circolazione; non sarebbe sano, lo facevo con o senza caduta, con o senza incidente".
Il Giro del Delfinato è il test tradizionale di chi ha il Tour de France come grande obiettivo: "Non so adesso se sarò ai nastri di partenza del Tour de France il 1° luglio, sarebbe sbagliato dire sì, o dire no; vorrei esserci, perché tutti desiderano competere in Francia, ma è la corsa che esige una condizione perfetta. Non ci puoi andare a fare 'gruppetto'. Mi concenterò sul Delfinato, poi non prenderemo decisioni 'forzate': sì, ho provato l'arrivo in salita della 9^ tappa, gli ultimi 5 km sono molto duri, con pendenze regolari che non calano; Pogacar e Vingegaard si divertiranno!".
Getty ImagesDal Delfinato al Tour de France?