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I tre campioni si sono organizzati diversamente in fase di preparazione: "Alla Vuelta si sono visti Evenepoel, tre tappe vinte, e Roglic, terzo con due tappe vinte: Pogacar, dopo Tour e Mondiali, si è rivisto in Italia, sabato è stato battuto da Roglic al Giro dell'Emilia e i due si ritroveranno oggi alle Tre Valli Varesine, mentre Evenepoel si presenterò direttamente al Giro di Lombardia; loro sono i migliori che si possono vedere in una gara così. Jonas Vingegaard, Maglia Gialla e secondo in Spagna, ha chiuso la stagione, ma non è competitivo nelle Classiche; Mathieu van der Poel tornerà con la stagione del cross, ma il Giro di Lombardia non si addice alle sue caratteristiche; lo stesso vale per Wout van Aert, vittorioso alla Bernocchi e pronto a rifinire al Gran Piemonte l'assalto al Mondiale Gravel domenica in Veneto".
Le caratteristiche del percorso non chiudono la porta a un colpaccio, né a un capitolo finale degno di un romanzo: "Sarà una corsa, come suggerisce Bernard Hinault, in cui non faranno la differenza solo le gambe, occorrerà essere svegli, intelligenti; se ci fosse un marcamento ferreo tra di loro, potrebbe emergere un outsider, in particolare Richard Carapaz, Maglia Rosa 2019 che si è rivelata pimpante al Giro dell'Emilia: Remco è il più indicato a partire da lontano, l'ha fatto nelle Liegi che ha vinto, ma le salite al Giro di Lombardia sono dure (4400 metri di dislivello valgono un 'tappone' dolomitico), lo stesso Tadej non si tira indietro al momento di sferrare un attacco da lontano, mentre Primoz è il classico 'duraccio', il San Luca ha mostrato quanto sia difficile da staccare, anzi da rintuzzare. Il Giro di Lombardia non termina però in salita: lo strappo di di Colle Aperto culmina a 3,2 km dall'arrivo e ci potrebbe essere una volata ristretta, che spettacolo".
Getty ImagesTadej Pogacar e Fausto Masnada