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La vittoria dei giallorossi contro lo Zorya , al di là del risultato, è una buona notizia per José Mourinho e per la piazza romanista, per più motivi: innanzitutto perché la Roma si è tolta dall'inevitabile imbarazzo di una difficile qualificazione alla fase successiva di Conference League , in un girone tutto fuorché impossibile.
Poi perché la prestazione, pur contro una squadra sulla carta non eccezionale, è stata sia costante che completa: e anche concreta, perché no.
Quindi perché il simbolo del successo contro gli ucraini è stato proprio Nicolò Zaniolo. Ma facciamo un piccolo passo indietro, ritornando al Ferraris di Genova. Il trequartista Azzurro contro il Genoa non gioca: anzi, nel finale gli viene preferito Felix Afena-Gyan , che entra e risolve la gara con una doppietta. Malumori? Assolutamente no: Zaniolo si alza dalla panchina e va ad abbracciare il compagno, come sottolineato dallo stesso Mou nel post-gara.
"L'esultanza di Zaniolo? Mi fa molto piacere e già da giovedì sicuramente ci sarà nuovamente spazio per lui: è un grande giocatore".
Da quel momento in poi, chiaramente, via al "caso Zaniolo" : gioca? Non gioca? Avrà spazio? Tutte domande superflue, forse. Perché poi in campo il giocatore ha dato le sue risposte.
Non è solo il goal, che mancava dal 26 agosto, proprio in Conference (contro il Trabzonspor), ma la prestazione generale a far sorridere i giallorossi. Costante, tangibile nella sua importanza. Serve anche un assist ad Abraham: insomma, una di quelle partita che ti portano a pensare e ripensare al potenziale di Zaniolo.
" Mi piace essere sotto pressione e mi piace rispondere sul campo”, ha spiegato dopo la gara.
Servirà ancora qualche partita del genere per confermare il segnale forte lanciato all'Olimpico, anche in chiave Nazionale: per archiviare definitivamente un periodo sfortunato che dura da troppo tempo e per ritornare a essere quel che è stato fino a poche stagioni fa. Speranza e talento puro.
GettyZaniolo