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A Mosca ha messo in bacheca una Coppa di Russia con lo Spartak: "Lavorare all'estero mi aiuta in questo Venezia poliglotta, se non vedi cosa c'è fuori, cosa c'è dietro un giocatore, non capisci molte cose; la prima vittoria sarà assemblare più culture e farne una squadra. i ragazzi devono imparare la lingua e la cultura italiana. Quando si mette piede in campo, si sa che si gioca per il compagno: dal 3 - 5 - 2 passeremo alla difesa a quattro con un attaccante in più, sono felice sia arrivato Gytkjaer; potremo rifornire i due vichinghi con Pierini e Johnsen. Il danese ricorda un po' Vieri, era un giovanotto alle prime armi quando militavamo nel Venezia. E' cambiato il mondo, allora c'era un campo d'allenamento con uno spogliatoio, era bello così: adesso ci sono proprietà straniere, mentalità nuove, abbiamo Cà Venezia, un centro bellissimo; non dimentichiamo di rappresentare la città più bella al mondo".
Il primo pronostico sul campionato non coinvolge i suoi, che hanno il dovere di puntare non solo a una posizione di classifica: "Resilienza è lavorare per il futuro facendo sacrificio; per capire gli obiettivi della proprietà vedremo i tre elementi che ci servono che tipo di profilo avranno. Bisogna lavorare e far crescere l'azienda: al Venezia sono stati rivalutati tanti ragazzi, non so se siamo costruiti per vincere, ma daremo il massimo. In Serie B è dura parlare di favorite, ma le retrocesse e il Palermo partono davanti".
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