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L'ex capitano della Roma ha concesso un'intervista a Walter Veltroni per 'Sette', il settimanale del 'Corriere della Sera' in uscita domani: ecco qualche estratto della chiacchierata tra i due, a partire dalla battaglia vinta col Covid-19. "Ho avuto una polmonite bilaterale, febbre a quaranta, tosse continua ed ero stanco, non avevo fame. Sono stati 24 giorni molto duri. I ragazzi si sono spaventati, anche loro tutti positivi, per fortuna asintomatici. Tutti quelli che mi circondavano l’hanno preso".
Il ritiro obbligato è ancora una ferita aperta che, ogni tanto, torna a causare dolore. "Sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere. Bisogna essere realisti. A 40 anni è pure difficile arrivare e continuare a giocare al livello giusto. Però nel mio caso sono stato costretto. Una soluzione si poteva trovare, insieme. Avrei voluto smettere in un altro momento. Avrei voluto essere io a prendere la decisione".
Della sua lunga e importante carriera, Totti cancellerebbe in particolare due momenti in cui non riesce proprio a riconoscersi. "Il calcio a Balotelli e lo sputo a Poulsen. Sono state le cose più brutte che potessi fare, cose non da me. Tuttora non riesco a capire come possa aver compiuto gesti simili".
GettyTotti: \"Calcio a Balotelli e sputo a Poulsen, che errori\"