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Roma, Abraham ringrazia Mou: “Ho imparato più con lui che in tutta la mia vita”

7 OTTOBRE
CALCIO/SERIE A

La punta giallorossa ha sottolineato il ruolo decisivo svolto dal tecnico portoghese in questi primi mesi nella Capitale.

SPORT TODAY

“Volevo restare in Inghilterra, poi quando mi ha chiamato Mou mi ha detto: vuoi goderti un po' di sole o stare sotto la pioggia? ho capito che dovevo prendere il volo e dimostrare chi ero. E credo di averlo fatto”.

Così ha esordito Tammy Abraham nella lunga intervista rilasciata al Guardian in cui, dal ritiro della nazionale, l’attaccante ex Chelsea ha fatto il punto sull’inizio della sua avventura alla Roma, squadra dove non sarebbe mai approdato senza l’opera di convincimento del tecnico portoghese.

“Volevo restare in Premier League, a casa mia. Ma alla fine ho deciso di spiegare le mie ali e prendere il volo” ha spiegato Abraham.

“Ho scelto l'Italia. Mou aveva un obiettivo, stava a me capire se volevo far parte di questo processo o no. Lui mi ha aiutato molto a integrarmi. Mi ha detto che ci sarebbe stata molta pressione dall'esterno e che gli occhi dei tifosi sarebbero stati tutti su di me. Dovevo fare una buona impressione ed è quello che ho fatto. In poche settimane con lui ho imparato più che in tutta la mia vita”.

Non è stato comunque facile per la giovane punta britannica abbandonare famiglia, amici e un contesto dal lui molto conosciuto per tentare l’avventura italiana.

“Allontanarsi da casa, cambiare paese è sempre una cosa coraggiosa da fare e consiglio ai giovani giocatori inglesi che mi vedono come esempio e quelli come Jadon Sancho che sono usciti e l'hanno fatto di non avere paura. Fin da piccolo ho sempre desiderato viaggiare, imparare lingue diverse e questo mi ha dato coraggio”.

In Italia però Abraham deve ancora sudare parecchio per completare il suo processo d’integrazione.

Mi piace imparare l'italiano e spero, in un paio di mesi, di parlarlo in modo fluente. Ho visto il Colosseo, ma non ci sono stato dentro. Devo ancora conoscere la città. Avevo un obiettivo che mi ero prefissato ed era quello di andare là fuori e dimostrare a tutti le mie vere capacità. Certo che il fatto di trasferirsi da un paese all'altro è stressante, stare lontano dalla cucina di mia madre ogni giorno lo è. Ma mi sono ambientato bene”.

Nonostante le difficoltà iniziali quindi, Abraham sembra aver trovato la strada per tornare a brillare come aveva fatto ai tempi del Chelsea prima di finire ai margini della rosa, un periodo questo che per il classe 1997 è stato particolarmente duro.

“Sono passato dal giocare regolarmente a non essere convocato. Sono arrivato a un punto in cui dovevo sedermi e parlare da solo. Mi allenavo solo per me stesso. Sarebbe stato facile lasciarmi andare, arrabbiarmi per aver perso il posto. In quel periodo ho imparato a conoscermi e questo ha rafforzato la mia mentalità. Ero con la squadra ogni volta che avevano bisogno di me. Ma è stata dura. Non l'ho proprio capito” ha chiosato il nativo di Londra.

Tammy Abraham

Getty ImagesTammy Abraham

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