Dani Alves, arrivano 3,2 milioni di euro dal fisco spagnolo

La Audiencia Nacional si è nuovamente pronunciata a favore dell'ex calciatore del Barça Dani Alves nel suo contenzioso con il fisco, obbligandolo a restituirgli 3,2 milioni di euro, ritenendo che abbia correttamente dichiarato i suoi diritti d'immagine quando ancora militava nel Barcellona. La Camera Amministrativa del Tribunale Nazionale ha accolto i ricorsi presentati dal calciatore contro le risoluzioni del Tribunale Economico-Amministrativo Centrale (TEAC) relative alle dichiarazioni dei redditi degli anni 2009-2010 e 2011-2012, che avevano respinto il suo reclamo contro l'accordo di transazione dell'imposta sul reddito per quegli anni e la relativa sanzione decretata dalla delegazione catalana.

Daniel Alves batte il fisco spagnolo: la vicenda

Le autorità fiscali hanno iniziato a indagare Dani Alves nel 2014 per la tassazione dei suoi diritti d'immagine, che aveva ceduto alla società Cedro Sports il cui 51% del capitale apparteneva al giocatore, mentre l'altro 49% corrispondeva alla sua ex moglie Dinorah Santana Da Silva peraltro amministratore congiunto della società. Nel 2008, Alves ha ceduto i suoi diritti di immagine alla società Cedro Sports per 1,6 milioni di euro e, quando ha firmato per il Barcellona nello stesso anno, il club gli ha versato parte del suo stipendio attraverso la Cedro stessa

Durante l'ispezione, l'Agenzia delle Entrate ritenne allora che i profitti ottenuti dallo sfruttamento di tali diritti d'immagine dovessero essere calcolati come plusvalenze secondo la legge sull'imposta sulle società. D'altra parte, la difesa del giocatore brasiliano sostenne allora che il suo stipendio era conforme alla legge, essendo distribuito per l'85% attraverso un contratto di lavoro con il club e per il restante 15% attraverso i diritti d'immagine fatturati da Cedro.

In altre parole, la società ha fatturato il resto dei profitti, che sono stati tassati secondo la legge sull'imposta sulle società. Le autorità fiscali hanno anche sostenuto che il calciatore non ha dichiarato i pagamenti effettuati dal Barcellona all'agente José Rodríguez Baster per rinnovare il suo contratto con il club, ma l'Audiencia Nacional sostiene invece che il procuratore abbia agito a beneficio del club e non del calciatore: dunque, nessun conflitto di interessi o irregolarità.

La sentenza si aggiunge a un'altra emessa pochi giorni fa dalla Camera Amministrativa del Tribunale Nazionale per l'anno fiscale 2013-2014, anch'essa a favore di Dani Alves sulla cessione dei suoi diritti d'immagine, che ha di fatto annullato la risoluzione dell'Agenzia delle Entrate che chiedeva il pagamento di 2 milioni di euro. Una piccola grande vittoria per il brasiliano, tuttavia ancora invischiato in un pericoloso scandalo legato a un

In altre parole, la società ha fatturato il resto dei profitti, che sono stati tassati secondo la legge sull'imposta sulle società. Le autorità fiscali hanno anche sostenuto che il calciatore non ha dichiarato i pagamenti effettuati dal Barcellona all'agente José Rodríguez Baster per rinnovare il suo contratto con il club, ma l'Audiencia Nacional sostiene invece che il procuratore abbia agito a beneficio del club e non del calciatore: dunque, nessun conflitto di interessi o irregolarità.

La sentenza si aggiunge a un'altra emessa pochi giorni fa dalla Camera Amministrativa del Tribunale Nazionale per l'anno fiscale 2013-2014, anch'essa a favore di Dani Alves sulla cessione dei suoi diritti d'immagine, che ha di fatto annullato la risoluzione dell'Agenzia delle Entrate che chiedeva il pagamento di 2 milioni di euro. Una piccola grande vittoria per il brasiliano, tuttavia ancora invischiato in un pericoloso scandalo legato a una sua probabile violenza sessuale.

Getty ImagesDani Alves con la maglia del Brasile nei quarti di finale del Mondiale 20222