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Luna Rossa, Sirena rilancia: "Vogliamo la Coppa America"

22 FEBBRAIO
ALTRI SPORT/VELA/AMERICA'S CUP

Lo skipper è fiducioso dopo il successo in Prada Cup

SPORT TODAY

Dopo la vittoria in Prada Cup, lo skipper di Luna Rossa Max Sirena ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport: "Ancora non abbiamo vinto la cosa importante, ma il primo obiettivo era quello di portare la Prada Cup in Italia. Mi avrebbe fatto strano vederla nelle mani di un altro team. Anche se c’erano solo tre challenger non era scontato vincere. Gli altri team erano fortissimi, con budget importanti. Sono contento per il team, per le 120 persone che ci lavorano che hanno raggiunto l’obiettivo insieme a me. Sono contento per tutta la famiglia Prada, per i nostri sponsor. Tutti quelli ci hanno lavorato: c’è una Nazione dietro, molto più forte di quello che crede. Dobbiamo avere più fiducia in noi stessi".

Venti anni fa era appeso fuori bordo di Luna Rossa con un taglio sulla testa durante una regata, ci avrebbe creduto di essere qui oggi?

"No. Forse ci voleva solo un pazzo come Bertelli a darmi in mano la squadra e credere in me. E il minimo che potessi fare era riportare a casa la Prada Cup. Dopo qualche birra inizieremo a pensare al dopo e daremo tutto. Cercheremo di arrivare più preparati possibile. Sappiamo che sarà dura perché sono veloci, ma ci sarà da divertirsi".

Il momento più duro fino adesso in questa campagna?

"Ce ne sono stati tanti: quando ci hanno bloccato la costruzione di barca 2, quando abbiamo disalberato. Quando abbiamo perso con più di due minuti di distacco con New Zealand prima di Natale e tutti ci sono saltati addosso. Poi con passione e con il lavoro di tutti siamo ritornati. Siamo ancora vivi".

Il 4-0 con American Magic e il 7-1 con Ineos vogliono dire che la barca è veloce?

"Si l’abbiamo migliorata tanto. Io credo che arriveremo molto preparati. Poi se la loro barca farà due nodi più di noi, potremo farci poco. Ma se le barche sono vicine ci toglieremo tante soddisfazioni".

Lorenzo, velista in erba, suo figlio, ha detto qualcosa?

"Lui è come me. Non se la gode tanto. È uno che soffre dentro, mi ha abbracciato e mi ha stretto. Mia moglie era un da po’ che non la vedevo piangere. Dietro i 120 del team ci sono altrettante famiglie che fanno una vita per nulla semplice. Ma voglio ringraziare tutti gli italiani. In questi giorni ho ricevuto migliaia di messaggi di gente che non conosco neppure. Trenta, 40 mila messaggi di supporto per la squadra. Ci hanno dato tanto, ci hanno spinto con il loro tifo".

 

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