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Wimbledon 2023 – il diario della giornata – 14 luglio

15 LUGLIO
Tennis/Wimbledon

Arriva al capolinea la corsa di Jannik Sinner che apre, però, la strada ad una epica finale tra Alcaraz e Djokovic.

FILIPPO RE

C’è, ovviamente, un po’ di delusione per il k.o. di Sinner in questo venerdì londinese in cui Djokovic e Alcaraz si sono comunque dimostrati di un altro pianeta per l’azzurro e Medvedev; di seguito, riassumiamo quanto appena accaduto a Wimbledon.

Promosso

Fa davvero impressione la marcia di Carlos Alcaraz che, dopo il primo set perso contro il nostro Matteo Berrettini negli ottavi, è diventato pressoché ingiocabile: archiviata la rimonta opposto al capitolino e l’agevole successo nei quarti con Holger Rune, l’iberico infligge una severa lezione anche a Medvedev, imponendosi con un triplice 6-3 al termine di un confronto in cui il risultato finale non appare mai in discussione.

Bocciato

Non sembra proprio il terzo giocatore del ranking ATP, Daniil Medvedev, nel match contro un Alcaraz sembrato fuori categoria per il russo come le salite più impegnative del Tour de France; è vero che l’erba non è la superficie preferita dal moscovita, tuttavia la sensazione è che ci sia ormai una differenza abissale tra i due tennisti.

Rimandato

Se la prospettiva è quella di essere per anni un top ten sulla falsariga di giocatori come Tsitsipas e Rublev con l’ambizione di aggiudicarsi qualche Masters 1000, allora la sconfitta in 3 set di Jannik Sinner contro Djokovic può essere anche archiviata in modo positivo. Noi ci aspettiamo, però, molto di più dal talento altoatesino e dobbiamo ammettere che, negli ultimi dodici mesi, la sua crescita è stata troppo lenta e a tratti impalpabile, specialmente se confrontata con un Alcaraz che era uscito con le ossa rotte dal confronto contro l’azzurro andato in scena proprio a Wimbledon un anno fa.

Che sorpresa!

“36 is the new 26”. Non potrebbe usare una frase migliore Novak Djokovic per descrivere la sua ultima parte di carriera in cui continua a battere giocatori di 10-15 anni più giovani di lui; quello che sta facendo il serbo è, oggettivamente, qualcosa di unico e verrà forse apprezzato ancor di più una volta che avrà appeso la racchetta al chiodo: giù il cappello davanti al campionissimo di Belgrado!

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