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Non ha nascosto la sua delusione: "È stata una partita difficile. Annullando i match point ho cercato di rientrare nella partita, ma la brutta ripartenza nel quarto set mi ha messo da capo fuoripista. È stato bravo Jenson a mettermi in difficoltà con la risposta. Ho dato il massimo, ma non è bastato. I primi due set sono stati un po’ più equilibrati, ma sul finire di entrambi ho commesso troppi errori. Non ho servito bene e contro un abile ribattitore, tutto si complica quando non spingi bene con il servizio. La palla mi tornava velocemente e quando non servi bene vai subito in difficoltà”.
E poi: "Ho avuto solo sette giorni di ferie, credevo che il lavoro fatto potesse aiutarmi ad essere in forma qui in Australia, ma evidentemente non è stato abbastanza il tempo che ho avuto. Ho fatto la preparazione che ritenevo idonea, ma evidentemente mi sbagliavo. Ora è facile puntare il dito contro le esibizioni fatte in Sudamerica che rappresentano un male sia per me che per Rafa. Fisicamente non sto peggio dell’US Open: lì ho fatto finale qui sono uscito al secondo turno. L’equilibrio è davvero sottile con tanti giocatori e si può perdere o vincere contro chiunque. Non vedo l’ora di avere un po’ di tempo libero, trascorrendolo a casa, preparandomi per un altro, si spera, lungo anno in tour quando ricomincerò”.
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