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L’azzurro ha svelato alcune curiosità:"A 19 anni dopo il liceo avevo avuto diverse borse di studio dal college per andare a studiare negli Stati Uniti, i miei genitori spingevano perché facessi questa esperienza. Io alla fine ho deciso di rimanere in Italia per cominciare a fare le cose più seriamente visto che la federazione mi aiutava, era una scommessa ed è andata bene”.
Poi è arrivata una sorta di risposta alla critica di Pietrangeli su pubblicità e guadagno: "Guadagno tanto in relazione a quello che avrei pensato. Inizialmente il mio obiettivo era quello di poter vivere col tennis, sicuramente non quello di fare la storia del tennis italiano. Più cresci e più riesci ad avere un team più ampio con figure come l’osteopata, il fisioterapista, il mental coach. Il tennis è uno sport molto complicato proprio perché ti devi pagare tutto da solo: aerei, alberghi e staff”.
E poi: "Nella mia carriera ho commesso degli errori, ho voluto fare di testa mia anziché ascoltare il parere di persone che mi stavano vicine. Questo fa parte della formazione e della crescita. Per fortuna i miei genitori mi seguono sempre e quando possono vengono a vedermi giocare ai tornei. Con mio fratello specie nel periodo di off-season mi alleno: certo, le distanze rendono difficili relazioni amorose e affettive, io mi sono sempre circondato di persone che giocano a tennis e che sono in questo mondo come me”.
Getty ImagesMatteo Berrettini