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Barazzutti è pronto a scommettere su questi tre giocatori: "Entro tre anni, ne sono certo, torneremo a festeggiare uno Slam. Piuttosto, spero che in Coppa Davis quest’anno i nostri stiano tutti bene: credo sia arrivato il momento per non lasciare più soli noi eroi della vittoria del 1976".
I 70 anni da festeggiare sono l'occasione per raccontare le principali tappe della carriera: "La mia partita più bella è stata nel 1973 a Praga contro la Cecoslovacchia, non c'erano Panatta e Bertolucci causa squalifica e batto nella prima partita Kodes reduce dalla vittoria a Wimbledon. Vorrei invece giocare una seconda volta la semifinale agli US Open del 1978, in cui Jimmy Connors cancellò il segno buono della pallina; senza quella furbata, avrei potuto rimontare lo statunitense. Bjorn Borg è stato l'avversario più forte, non digerivo il suo gioco, con lui avevo già perso prima di giocare. Spiace non essermi giocato uno Slam in una finale, tra il 1977 e il 1978 me lo sarei meritato".
La Nazionale del 1976 è nella storia del Paese, come la contrapposizione con Adriano Panatta: "Grazie alla Davis io e i miei compagni siamo diventati personaggi senza che lo volessimo, ai tempi non ce ne accorgemmo, ma abbiamo fatto da traino al nostro sport. Io e Adriano avevamo caratteri differenti e c'era rivalità sportiva com'è giusto, ma il rispetto tra le persone è stato sempre massimo; in Nazionale andavamo oltre le incomprensioni, ma l'Italia ama le contrapposizioni e finì che eravamo il Coppi e Bartali del tennis. Il suo era un gioco elegante e d'attacco, il mio da 'pallettaro': in realtà, anche se giocavo specialmente da fondo campo, sui campi veloci facevo serve & volley, ma le etichette son dure da cancellare".
Getty ImagesL\'ex capitano dell\'Italia di Coppa Davis Corrado Barazzutti