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Matteo Berrettini, la sfortuna del ragazzo della porta accanto

15 NOVEMBRE
TENNIS

Il dramma del tennista romano, infortunatosi dopo poco più di un'ora e mezza dall'inizio delle Atp Finals, appuntamento preparato da mesi, spalanca la porta a Jannik Sinner: ma ci toglie la favola del 'boy next door'.

GUIDO BAGATTA

Certo che lo sport, molto meglio (o peggio) della vita, può essere tutto ed il contrario di tutto, e domenica sera, a Torino, ne abbiamo avuto la dimostrazione.

Intendiamoci, rispetto ad altri incidenti ed infortuni che abbiamo visto negli anni, quello subito da Matteo Berrettini può anche starci, nel senso “generale” del termine, l’assurdo è che sia accaduto nella partita d’esordio, del momento più importante della ancor breve carriera del tennista romano.

Berrettini avrebbe potuto farsi male due settimane fa, a Vienna o che so, in questi ultimi giorni di allenamento (molto tirato) a Torino: invece, il fato (o la sfiga, tanto il senso quello è….) ha voluto che lo strappo agli addominali gli ricapitasse proprio davanti al suo pubblico, in una partita sostanzialmente equilibrata con quel Alex Zverev che, a detta di molti, una volta tramontato Djokovic, diventerà il nuovo re del tennis mondiale.

Senza spingerci troppo in là nella narrazione, possiamo comunque dire che quello che è successo a Matteo, fa molto più male, anche a noi, rispetto ad ogni altro modo o maniera possibile. Ed il fatto (quasi certo) che l’infortunio sia una ricaduta di quello che gli era successo in Australia a gennaio (e che lo aveva costretto a quasi tre mesi di stop) cambia davvero di poco la sostanza del momento :il nostro miglior tennista, quello che tutti sognavano in una ipotetica finale proprio con Djokovic, si è ritirato, punto. L’unica consolazione è che, al suo posto, potrebbe subentrare in corsa Jannick Sinner, che era già a Torino come prima riserva del torneo.

Presenza italiana quindi  garantita, ma l’amaro in bocca per Berrettini, rimane lo stesso, eccome. Anche perché Matteo, rispetto ai suoi avversari di questi ultimi due anni, è decisamente il più normotipo del gruppo (un po’ come Nole, per intenderci). Non è alto due metri, non fionda sempre a …220 all’ora, non ha la faccia ed il comportamento del killer (sportivo, ovvio). No, Berrettini ha tutto quello che potete trovare nel ragazzo della porta accanto, quello che per mesi pensate sia uno studente di provincia, trasferitosi in città e solo dopo un servizio in TV, capite chi è veramente.

Anche per questo motivo, il suo ritiro forzato dispiace ancora un tantino di più. Non voglio togliere nulla al subentrante Sinner, che si è meritato il fatto di poter essere li, al Pala Alpitour, per saltar dentro al torneo all’abbisogna, ma Matteo, con il suo sorriso, il suo sguardo dolce, la sua fidanzata perfetta, il suo modo di trattare tutti allo stesso modo (stra gentile) ed ovviamente il suo gioco che il pubblico adora, tra gli otto più forti del mondo, ci stava davvero da Dio, e non solo sottorete.

Ma purtroppo (constatazione anche troppo scontata) il tennis è uno sport singolo e se si fa male una stella, quella abbandona e con lei la sua “squadra”. 

Grazie comunque, “boy next door” e speriamo di ritrovarti molto presto.

Guido Bagatta

GUIDO BAGATTA
Berrettini

Getty ImagesMatteo Berrettini in lacrime dopo il ritiro contro Zverev alle ATP Finals

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