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La città di Phoenix ha, senza dubbio, un posto speciale nel cuore di Matteo Berrettini che, nel 2019, si era presentato in Arizona fuori dalla top 50 in graduatoria e prese slancio dal successo conquistato in finale ai danni di Mikhail Kukushkin per iniziare una clamorosa scalata in classifica, culminata con la qualificazione alle ATP Finals di Londra da n. 8.
In cinque anni si sono, però, accumulati tanti infortuni e non sarà facile per il 27enne romano replicare lo stesso percorso, tuttavia l’azzurro esce comunque con il morale alto da una settimana in cui ha raggiunto l’atto conclusivo di questo appuntamento sul cemento dopo uno stop di quasi sette mesi.
Rispetto a quanto accaduto nell'edizione del 2019, l’italiano è stato costretto a fermarsi all’ultimo ostacolo opposto al portoghese Nuno Borges che si è guadagnato la copertina anche grazie ad un gesto di enorme fair-play in un momento cruciale dell’incontro: un servizio di Matteo sul set-point per il lusitano nel primo parziale è stato erroneamente chiamato fuori dal mezzo elettronico e l’arbitro, pur ammettendo di aver visto la palla dentro, non se l’è sentita di assegnare il punto al nostro connazionale, ma il 27enne di Maia è intervenuto in prima persona, mostrando tutta la sua sportività con il punto concesso all’italiano che l’ha ringraziato e applaudito.
A fine partita, il n. 61 in graduatoria ha dichiarato candidamente: “Per me è stato un gesto semplice, è giusto fare queste cose. La palla era buona e non sarei riuscito ad andare avanti se avessi mentito a me stesso”.
Nonostante la sconfitta rimediata con Borges, Berrettini lascia comunque Phoenix con sensazioni positive in vista del Masters 1000 di Miami dove entrerà nel tabellone principale grazie al ranking protetto: “È stata una settimana folle, non è il risultato che volevo, ma ho vissuto belle sensazioni e sono contento di essere tornato a giocare. Nuno ha disputato un grande match e, soprattutto nel primo set, non è stata facile per me. Sono comunque molto felice per essere tornato finalmente in campo, ma anche triste per non aver vinto; ho provato a fare del mio meglio e sto lavorando duramente per riuscirci. Complimenti al mio team e direi che siamo partiti bene, conquistando una finale al primo torneo disputato”.

Getty ImagesMatteo Berrettini