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Djokovic all'ultima spiaggia: al via l'appello dopo la nuova revoca del visto

14 GENNAIO
TENNIS

Il verdetto del ministro dell'Immigrazione Alex Hawke ribalta nuovamente la situazione circa la permanenza a Melbourne del fuoriclasse serbo: presentata ingiunzione immediata, attesa per il verdetto definitivo.

SPORT TODAY

Nuovo colpo di scena nella "telenovela" sulla permanenza di Novak Djokovic in Australia in vista del primo Slam della stagione, gli Australian Open, al via il 17 gennaio.

Il governo australiano ha infatti nuovamente revocato il visto al fuoriclasse serbo, ribaltando quindi la sentenza favorevole al numero 1 del mondo, pronunciata lo scorso 10 gennaio dal giudice del tribunale di Melbourne Anthon Kelly, che aveva ritenuto valida l'esenzione vaccinale concessa a Nole.

L'attesissimo verdetto del ministro dell'Immigrazione Alex Hawke stravolge quindi la situazione a poco più di tre giorni dal via del torneo e un giorno dopo il sorteggio del tabellone degli Australian Open, con Djokovic regolarmente al proprio posto come testa di serie numero 1.

Lo staff legale di Novak ha immediatamente presentato un'ingiunzione, passo necessario per evitare l'espatrio immediato, previsto dalla legge dopo la revoca del visto.

L'udienza di appello, iniziata nella tarda mattinata italiana, non porterà però a una sentenza immediata: il governo si è detto disponibile a sospendere l'espatrio di Djokovic fino a quando non verrà pronunciato il verdetto definitivo, mentre si tratta sul possibile obbligo di detenzione dell'atleta al Park Hotel.

Questo il testo del provvedimento preso dal ministro Hawke:

“Oggi ho esercitato il mio potere ai sensi della sezione 133C (3) della legge sulla migrazione per annullare il visto detenuto dal sig. Novak Djokovic per motivi di salute e buon ordine, sulla base del fatto che ciò era nell'interesse pubblico. Questa decisione ha fatto seguito alle ordinanze del Circuito Federale e del Tribunale della Famiglia del 10 gennaio 2022, che annullavano una precedente decisione di annullamento per motivi di equità procedurale. Nel prendere questa decisione, ho considerato attentamente le informazioni fornitemi dal Dipartimento degli affari interni, dall'Australian Border Force e dal signor Djokovic. Il governo Morrison è fermamente impegnato a proteggere i confini dell'Australia, in particolare in relazione alla pandemia di COVID-19".

Novak Djokovic

Getty ImagesNovak Djokovic

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