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NFL, la favola dei Rams: a Los Angeles per tornare a fare la storia

31 GENNAIO
SPORT-USA/NFL

Una storia che inizia da lontano quella dei Los Angeles Rams. Tornati in California nel 2016 dopo l'"esilio" in Missouri, si giocano il Superbowl LVI contro i Cincinnati Bengals nel nuovo stadio della Città degli Angeli.

GUIDO BAGATTA

Fine anni settanta, arrivo a Los Angeles, in macchina, dopo un “coast to coast” che definire avventuroso è un eufemismo. Imbocco la prima uscita sulla “101” che mi ispiri più delle altre: Hollywood Boulevard. La Città degli Angeli comincia ad avvolgermi, a entrarmi dentro, un amore che durerà per sempre. Scendendo poi verso Sunset Boulevard, sulla destra, all’angolo di un incrocio, troneggia un gigantesco cartellone che pubblicizza l’imminente stagione dei Rams, che hanno in Vince Ferragamo il loro uomo immagine. Il quarterback italo-americano occupa la maggior parte del billboard con la sua faccia da attore, perfetta per la città dove gioca. Eccolo, il mio primo incontro del terzo tipo con i Rams, che non sarebbero diventati mai la mia squadra del cuore, ma non per questo non hanno avuto una parte importante nella mia vita. 

Bernie, il papà della famiglia che mi ospita e che di lì a poco diventerà come la mia seconda casa dopo quella milanese, è un grande appassionato di football e ovviamente grande tifoso dei Rams, ai tempi unica squadra dell’aerea losangelina. Mi porta al Coliseum a vedere una partita di pre-season contro i Chargers, che allora erano a San Diego. Il mio primo incontro di football dal vivo, non sapendo che la “palla ovale veloce” sarebbe diventata una parte importantissima della mia vita.

Fino a quel momento, almeno per me, i Rams, erano quelli del “Paradiso può attendere” film che ancora oggi rivedo spesso come fosse la prima volta. E Bernie mi racconta che il personaggio del milionario che diventa quarterback, interpretato nella pellicola da Warren Beatty, è inspirato proprio a Ferragamo. Non so se fosse realmente così, ma la sola idea di essere li in tribuna a vedere una partita con la stessa squadra che qualche anno prima, in un cinema di Milano, mi aveva fatto iniziare a sognare, mi fa impazzire.

Da quella serata unica sono trascorsi 43 anni. Nella stessa annata i Rams hanno poi anche conquistato la loro prima partecipazione al Superbowl (perso con Pittsburgh) per poi vivere anni splendidi ma anche una decadenza assoluta, che a un certo punto li ha fatti immigrare a St.Louis. Senza nulla togliere alla città del Missouri, una tristezza. Anche se poi, in riva al fiume più lungo d’America, hanno vinto il loro primo (e fino a ora unico) Superbowl. 

 Per 26 lunghissimi anni, Los Angeles non ha avuto una squadra di football che la rappresentasse (pur essendo il secondo mercato televisivo degli Stati Uniti), poi nel 2016, sbloccatasi la situazione dello stadio da costruire ex novo, i Rams sono ritornati a casa. Tre anni dopo hanno partecipato al loro quarto Superbowl, perdendolo malamente con i Patriots, per poi, dall’estate scorsa, darsi una svolta a 180 grado con acquisti eccellenti nei ruoli chiave del gioco. Soldi (tanti) spesi però bene visto dove sono arrivati. Tra meno di due settimane si giocheranno nuovamente il titolo, tra le mura di quello stadio (splendido) che è stato il trigger che li ha riportati in California. 

E dal Sofi Stadium al vecchio Forum dove i Lakers hanno vinto i loro titoli più significativi, c’è meno di un chilometro. Tanto basta per respirare l’aria giusta dei vincenti.

GUIDO BAGATTA
Los Angeles Rams

Getty ImagesLos Angeles Rams

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