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Sante, Costante e i fratelli De Gregori

7 FEBBRAIO
NON SOLO SPORT

"Il bandito e il campione" racconta la strana storia di Girardengo e Pollastri.

SPORT TODAY

In Piemonte c'è una cittadina collinare dal nome ingannevole con la passione per il cioccolato e un gran feeling con lo sport: quando, nel 1922, la Novese vinse da matricola il campionato italiano di calcio, Costante Girardengo, che a Novi Ligure era nato nel 1893, aveva già 10 anni di carriera alle spalle e un palmarès da Campionissimo del ciclismo.

Tra i tanti e importanti successi dell'Omino di Novi spiccano 6 Milano-Sanremo, 2 Giri d'Italia, 3 Giri di Lombardia e 9 campionati italiani su strada (record tuttora imbattuto), vinti consecutivamente.

Nato lungo il percorso della Milano-Sanremo, Girardengo, che nel Giro d'Italia del 1919 vinse 7 tappe su 10 e rimase al comando della classifica generale dall'inizio alla fine, non aveva paura della fatica: "Mi allenavo duramente con un mattone legato alla bici per avere vantaggi in corsa quando il mattone lo lasciavo a casa. Il ciclismo è uno sport che richiede sacrifici, sacrifici, ancora sacrifici. Non si diventa Girardengo per caso".

I rivali? Alfredo Binda, che nel 1927 (quando Girardengo però aveva già 34 anni) gli negò la gioia di vincere il Mondiale del Nürburgring ed Henri Pélissier, un francese tutto pepe che si arrese al Campionissimo nel prestigioso Grand Prix Wolber del 1924.

La fama di Girardengo, però, non è legata solo ai successi sportivi, che continuarono anche in qualità di commissario tecnico della Nazionale di ciclismo e di direttore sportivo, o soltanto al nome stampato su tante biciclette che vediamo per strada.

Girardengo è celebre anche grazie alla musica. L'Omino di Novi, infatti, è uno dei protagonisti di una splendida ballata folk portata al successo da Francesco De Gregori.

Scritta da Luigi Grechi, fratello padovano di De Gregori che ha scelto come nome d'arte il cognome della madre, " Il bandito e il campione" narra dell'amicizia tra Costante Girardengo e Sante Pollastri, uno dei criminali più temuti d'Italia negli anni Venti del secolo scorso.

Separati da 6 anni di età e nati entrambi da famiglie contadine di Novi Ligure, Girardengo e Pollastri forse non sono stati veri amici ma certamente furono uniti dalla passione per il ciclismo: "Due ragazzi del borgo cresciuti troppo in fretta/un'unica passione per la bicicletta".

La differenza? Costante, che era più forte - "il distacco già cresce e chi sarà il campione già si capisce" - usa la bicicletta per allenarsiSante, che "in mano ha una pistola/se di notte è inseguito spara e centra ogni fanale", pedala per sfuggire ai carabinieri.

Anche da latitante super ricercato, Sante, che cominciò rubando del carbone per scaldarsi ("Fu antica miseria") ma finì per diventare uno spietato assassino con un odio specifico per le forze dell'ordine, rimane tifoso del Campionissimo. 

Nel 1926, in occasione di una Sei Giorni che si svolgeva a Parigi, dove Pollastri si era nascosto, Sante riesce a incontrare il suo vecchio amico: "ti fece cadere la tua grande passione di aspettare l'arrivo dell'amico campione/quel traguardo volante ti vide in manette/brillavano al sole come due biciclette".

Forse, ma è tutto da dimostrare, fu proprio Costante a fare la soffiata decisiva: "Sante Pollastri il tuo Giro è finito/e già si racconta che qualcuno ha tradito".

Questa, infine, la strofa più nota de "Il bandito e il campione".

"Vai Girardengo, vai grande campione/nessuno ti segue su quello stradone/Vai Girardengo, non si vede più Sante/è sempre più lontano, è sempre più distante."

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