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Pantani: canzoni e pedali

4 FEBBRAIO
NON SOLO SPORT

Sono tante le canzoni dedicate al campione romagnolo.

SPORT TODAY

Il 14 febbraio del 2004 in una stanza del residence "Le Rose" di Rimini finiva la vita di Marco Pantani, uno dei ciclisti più forti di sempre, lo scalatore più bravo di tutti.

E così proprio nel giorno degli innamorati, un ragazzo di 34 anni che aveva fatto innamorare gli italiani entra definitivamente nel mito.

Uno scalatore che nasce in riva al mare, un ciclista dall'aria un po' buffa che quando si toglie la bandana dichiara guerra al gruppo, un atleta capace di rinascere dopo mille infortuni e di tentare imprese all'apparenza impossibili, l'ultimo uomo che ha vinto nello stesso anno Giro d'Italia Tour de France.

In biciletta Pantani era il Pirata, giù dai pedali, però, tornava un ragazzo romagnolo con le paure e le debolezze di ognuno di noi.

Nella vita di Marco c'è una settimana decisiva.

Il 30 maggio del 1999 rende leggendaria la salita di Oropa, 12 chilometri difficili anche in macchina.

Lanciato verso la conquista del Giro d'Italia, il Pirata in 8000 metri rivive tutta la sua carriera: la sfortuna di un salto di catena, lo scetticismo di chi non crede in lui, l'emozione di milioni di italiani incollati al televisore, lo sconforto di 48 rivali superati uno a uno, la gioia di una delle più belle vittorie nella storia del ciclismo.

All'alba del 5 giugno, invece, arriva la squalifica di Madonna di Campiglio, una squalifica che scippa il Giro al Pirata e farà dire alla mamma che senza Madonna di Campiglio non ci sarebbe stata Rimini.

Le emozioni che Pantani sapeva trasmettere hanno ispirato moltissimi artisti: insieme a libri, film e documentari, si contano almeno 14 canzoni dedicate alle gesta del ciclista di Cesenatico.

Ecco le nostre preferite.

1999 - Litfiba, "Prendi in mano i tuoi anni"

Quella dei Litfiba è l'unica canzone dedicata a Pantani mentre era ancora in vita: Piero Pelù e compagni invitano il Pirata a non scoraggiarsi, ad "affilare le unghie", ad "affilare i denti", a giocare la sua partita perché il tempo non fa sconti.

2004 - Alexia, "Senza un vincitore"

Unica donna a dedicare una canzone a Pantani, Alexia saluta il Pirata evidenziando la fatica della salita e l'assenza di vincitori nell'ultima fuga.

2005 - Francesco Baccini, "In fuga"

Dopo aver descritto l'ultima fuga del campione dal "sorriso un po' triste di quegli occhi in salita", Francesco Baccini si lascia andare a un grido di speranza: "Vai... Vai... Vai...Pirata sei tutti noi Mai... Mai... Mai e poi mai la notte ti fermerà!"

2006 - Nomadi, "L'ultima salita"

La storica band emiliana si interroga sullo stato d'animo del campione che corre "più veloce del vento", dell'uomo che in una stanza d'albergo cerca da solo e in mezzo ai suoi guai "il sole che non tramonta mai" ma finisce per andarsene "a braccia alzate verso il cielo nella notte".

2006 - Claudio Lolli, "Le rose di Pantani"

Gianni D'Elia e Claudio Lolli non potevano rendere omaggio più bello a Marco Pantani e dato che tradurre in prosa la poesia a volte è impresa ardua, vi proponiamo i versi che preferiamo.

Le rose che attendevano Pantani/Ma piene di spine e sole di dolore/Dal podio del mondo alle ferite mani.

L'ultima tappa è quella ch'è più vera/Tu te ne vai dal falso di quest'era

Marco, vola sulla bici leggera/L'ultima tappa è quella ch'è più vera/Tu te ne vai dal falso di quest'era/Marco, vola sulla bici leggera

 

2007 - Stadio, "E mi alzo sui pedali"  

Colonna sonora del film "Il Pirata", la canzone degli Stadio ripercorre la vita del campione di Cesenatico, che si alza sui pedali come quando era bambino, che interpreta la salita come la vita e che dal passo del Pordoi chiude gli occhi e vede il mare.

Pantani

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