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Gaetano e Giacinto: due tipi che parlano piano

2 FEBBRAIO
NON SOLO SPORT

Per gli Stadio non è stato difficile omaggiare due tra i calciatori italiani più forti di sempre.

SPORT TODAY

Due grandi calciatori, due difensori tra i più forti di sempre, due icone di correttezza e signorilità.

Nati in due decenni successivi a meno di 30 km l'uno dall'altro, Giacinto Facchetti e Gaetano Scirea sono stati due lombardi eccezionali, tanto sul campo che fuori.

 

Giacinto Facchetti

Nato a Treviglio il 18 luglio del 1942, Giacinto Facchetti è stato un precursore: doti atletiche importanti e una spiccata propensione al gioco offensivo, hanno fatto del calciatore simbolo dell'Inter uno dei primi difensori capaci di partecipare costantemente al gioco d'attacco.

Giacinto Magno, come lo soprannominò per statura e autorevolezza Gianni Brera, aveva il gol facile ed è considerato uno dei più forti calciatori italiani di tutti i tempi.

Campione d'Europa con l'Italia nel 1968, Facchetti è stato a lungo un punto di riferimento per la Nazionale, stimato dai compagni non solo per le qualità calcistiche ma anche per l'onestà, la pulizia e la correttezza.

 

Gaetano Scirea

Tra gli artefici più importanti della vittoria italiana nel Mondiale del 1982, Gaetano Scirea è stato il classico esempio di campione a 360 gradi: elegante e preciso in campo, umile e silenzioso fuori.

Nato a Cernusco sul Naviglio il 25 maggio del 1953, Scirea non era un difensore arcigno come Gentile o travolgente come Cabrini (tanto per rimanere nel solco dell'accoppiata Juventus-Italia) ma aveva una classe cristallina e una compostezza naturale che facevano sembrare semplice anche l'intervento più complicato.

Impossibile dimenticare la sua nobile avanzata verso l'area di rigore della Germania, avanzata conclusasi con l'assist per il 2-0 di Tardelli, nella finale dell'11 luglio 1982.

Ultimo nome della seconda strofa della filastrocca con cui ricordiamo la Nazionale di Bearzot, Scirea se ne è andato in modo atroce, a bordo di una Polski Fiat 125p, su una strada verso Varsavia mentre svolgeva con scrupolo il proprio lavoro di osservatore.

 

Non sorprende che due atleti di questo spessore, due bandiere di Inter e Juventus amate da tutti i tifosi d'Italia, abbiano ispirato una splendida canzone degli Stadio con il testo di Andrea Mingardi e un video girato presso il campo di calcio del Tufello, quartiere di Roma caro a Pasolini.

 

Pubblicata nell'agosto del 2011 e poi inserita nell'album "Diamante e caramelle""Gaetano e Giacinto" viene commentata così da Gaetano Curreri.

"Il legame con due personaggi come Scirea e Facchetti è bene impresso nella mia memoria. Per l'amore che ho per il calcio, mi è sembrato bello raccontare le loro storie che "nascono dal basso", dalla vita vera di periferia. Le storie di quei calciatori "veri", che riescono a fare di un sogno la loro realtà. Sono campioni che aiutano i bambini a sognare e che oggi vanno riscoperti: Facchetti e Scirea sono punti di riferimento ideali."

 

Da brividi, soprattutto per chi li ricorda in campo, le seguenti strofe.

"Gaetano e Giacinto sono due tipi che parlano piano anche adesso, adesso che sono lontano...

Gaetano e Giacinto sono due tipi che parlano niente con un solo passaggio uniscono milioni di...gente ma in questo frastuono è rimasta un'idea un eco nel vento, Facchetti e Scirea."

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