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Bartali e Conte: tenacia e poesia

3 FEBBRAIO
NON SOLO SPORT

Con "Bartali" Paolo Conte omaggia uno dei più grandi ciclisti della storia.

SPORT TODAY

Ciclista fenomenale, salvatore della patria e Giusto tra le nazioni.

La musica non poteva rimanere insensibile al fascino di Gino Bartali, l'uomo di ferro che divise l'Italia nel duello con Coppi e la salvò vincendo un Tour.

 

Cominciamo dallo sport.

Tre Giri d'Italia, due Tour de France, quattro Milano-Sanremo, tre Giri di Lombardia: basta questo mini-sunto del palmarès di Gino Bartali per comprendere la grandezza del campione toscano.

Nella hall of fame del ciclismo mondiale Gino the Pious, il nostro Ginettaccio, ha un posto di primissimo piano.

 

Il 14 luglio del 1948 l'attentato al segretario del Partito Comunista italiano Palmiro Togliatti porta l'Italia a un passo dalla guerra civile.

Alcide De Gasperi, all'epoca Presidente del Consiglio, telefona a Bartali e gli chiede di vincere il Tour de France.

La risposta? Ginettaccio recupera un distacco di 21 minuti da Bobet e conquistando per la seconda volta la Grand Boucle contribuisce ad allentare la tensione sociale e politica.

 

Nel 2013 Gino Bartali viene riconosciuto Giusto tra le nazioni perché nel 1943, in pieno conflitto mondiale, trasporta, naturalmente in bicicletta, oltre ottocento documenti falsi utili all'espatrio di altrettanti ebrei.

 

Amatissimo in Francia, Paolo Conte ha dedicato una splendida canzone a Gino Bartali e a un suo tifoso che attende su un paracarro a bordo strada il passaggio del campione toscano.

 

Con i sandali impolverati, il protagonista aspetta con ansia di veder spuntare dalla curva "quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita" di Gino Bartali.

 

Ricordata per l'incipit geniale (Farà piacere un bel mazzo di rose e anche il rumore che fa il cellophane...), il ritornello allegro (zazzarazzà zazzarazzà), lo sfottò ai francesi, le metafore ardite (giorno appiccicoso di caucciù, abbaia la campagna), "Bartali" ha un ritmo di marcia che sembra andare di pari passo con la pedalata leggera del gigante del ciclismo.

 

Per l'appassionato che attende per ore una gioia di pochi secondi, respingere l'invito della fidanzata ad andare al cinema è semplicemente scontato.

 

"Bartali" esce nel 1979, pubblicata nell'album "Gelato al limon" di cui è la seconda traccia.

Poco dopo il debutto arrivano versioni storiche, tra cui spiccano quelle di Bruno Lauzi e di Enzo Jannacci.

 

Grazie all'avvocato astigiano, il campione dallo sguardo burbero e dal cuore grande diventa immortale anche nelle sette note.

Questa volta, caro Ginettaccio, "L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare!" non si può proprio.

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