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A ritornare sull’accaduto è il team principal della Red Bull Christian Horner, che ha svelato come all’inizio dell’era ibrida l’inglese sarebbe potuto davvero approdare a Maranello seguendo le orme di Vettel. La Red Bull aveva infatti visto finire il suo periodo di dominio e Newey era pronto a cercare nuove avventure altrove: «Da vincere quattro campionati del mondo siamo poi passati attraverso un cambio di regolamento. Vettel è andato via e anche Newey era molto vicino ad andarsene. Poi, mezz’ora dopo stava firmando per la Ferrari» ha spiegato Horner. Che poi ha continuato: «Gli promisero il mondo, poteva avere uno stile di vita hollywoodiano, volare in fabbrica da Monaco ogni giorno e non pagare nessuna tassa, progettare un’auto stradale e tanto altro. Ma sono riuscito a convincerlo e a farlo rimanere». Ma come?
A cambiare le carte in tavola fu la promessa di un progetto totalmente nuovo, quello della vettura stradale Valkyrie in collaborazione tra Red Bull e Aston Martin, come spiegato da Horner. «Gli dissi: “Costruiremo un’auto stradale, se vuoi farlo noi ci impegneremo”. Mi ha detto: “E come?”. Gli ho risposto che non avevo idea ma che un modo lo avremmo trovato». Detto, fatto: «Andai dall’allora CEO Aston Martin Andy Palmer e gli dissi: “Noi abbiamo il miglior designer, voi due grandi marchi. Non finanzieremo la macchina, ma credo abbia senso unire queste due cose. Ne parlammo in un pub in Inghilterra». Il resto è storia nota, per la gioia dei tifosi Red Bull e di Getty ImagesAdrian Newey