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Queste le sue parole: "La F1 oggi, come piattaforma sportiva e di business mondiale è ancora quella che ha il numero più alto di spettatori e tifosi e dunque è molto forte e solida. In tanti hanno cercato di metterla all’angolo dicendo che è vecchia, non più interessante. Non è assolutamente vero. Penso che al contrario ci sarà sempre più interesse da parte dei Costruttori, dei team privati, da molti altri soggetti. Lo dimostreremo con i fatti. Faremo crescere la parte emotiva".
Domenicali quindi traccia un quadro positivo della situazione Formula 1, e sostiene che si possa migliorare di molto la parte emotiva: "Sono anni che vince la Mercedes, ma i cicli ci sono sempre stati. È giusto raccogliere gli stimoli e bisogna fare in modo che il nostro sport rimetta sempre più al centro i piloti. Come, per esempio, nel motociclismo dove viene percepito che sia il pilota a fare la differenza. E su questo fronte la F1 non è mai stata in forma come ora con tanti piloti così giovani e così forti".
Il problema principale, dice, è il fatto che agli occhi dei tifosi la potenza della macchina supera l'abilità dei piloti: "È chiaro che l’elemento vettura ha un peso molto importante. Un peso che viene meno solo nel momento in cui ci sono situazioni di imprevedibilità come nel secondo GP del Bahrain. Quando le carte si mescolano vengono fuori gare straordinarie, ma non è abbastanza. Abbiamo fatto un passo avanti con le regole 2022 in cui l’impatto dell’aerodinamica sarà minore e ci sarà la possibilità di stare di più in scia. Il secondo elemento è il Budget cap che farà rivedere soprattutto alle grandi squadre le modalità di sviluppo".
Uno sguardo anche a quali saranno gli sviluppi futuri della Formula 1 come business: "Ma lo spettacolo passa per altre vie di sviluppo: vogliamo coinvolgere di più le persone attraverso i piloti. La nostra dovrà essere un’offerta di sport, intrattenimento, musica. Un GP dovrà essere come un concerto, un’esperienza unica".
Una domanda poi è rivolta all'addio di Honda, uno dei costruttori principali: "E’ uno dei tempi che sarà affrontato nei prossimi mesi e che coinvolgerà nuovi produttori. Nella logica della diversità il futuro della F1 è l’ibrido. Perché investire solo sull’elettrico è sbagliato. Serve diversificare l’offerta, tenendo d’occhio i costi. Non si può pensare che i Costruttori affrontino gli investimenti che comportano i motori di oggi. Partiremo da un taglio drastico per evitare gli errori che sono stati fatti in passato. Dobbiamo semplificare le regole: se prendi in mano il regolamento tecnico o quello sportivo sembrano la Bibbia. Si deve semplificare, mantenendo però quanto più piccola possibile la zona interpretativa, evitando le zone grigie".
Un'ultima battuta sugli scenari futuri: "La F1 diventerà affascinante per i grandi Costruttori, non posso dire di più. La F1 può essere una grande piattaforma per ribadire la diversità anche per chi ha investito tanto sull’elettrico. La F1 offre delle possibilità di sviluppo di altre tecnologie e di altre propulsioni con attenzione alla sostenibilità".
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