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Per una tragica coincidenza, Alberto morì a 36 anni e 10 mesi, la stessa identica età di suo padre Antonio, nato il 15 settembre 1888, a sua volta grande pilota nell’era pre-Formula 1, vincitore su Alfa Romeo del Gran Premio d’Italia a Monza nel 1924 e del Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps nel 1925 prima di morire il 26 luglio 1925 a Monthlery durante il Gran Premio di Francia.
Se Alberto Ascari, tra i figli d’arte campioni del mondo, viene dimenticato spesso e volentieri, anche in questi giorni, gli altri tre che hanno preceduto Verstappen li conoscono tutti: Damon Hill, iridato nel 1996 e figlio di Graham, che il mondiale lo vinse due volte nel 1962 e nel 1968: Jacques Villeneuve, iridato nel 1997 e figlio del leggendario Gilles, morto tragicamente a Zolder, in Belgio nel 1982 e pilota simbolo della Ferrari pur non essendo mai arrivato all’iride; e Nico Rosberg, iridato nel 2016 e figlio di Keke, che il titolo lo vinse nel 1982, l’anno maledetto della Ferrari, che oltre a Gilles perse anche Didier Pironi, vittima di un gravissimo incidente in prova a Hockenheim nel quale si maciullò entrambe le gambe.
Verstappen invece è figlio di Jos, che come pilota, più che per i due terzi posti raccolti nel 1994 in Ungheria e in Belgio, è noto per l’incendio, dal quale uscì fortunatamente senza conseguenze, che nello stesso anno avvolse la sua Benetton a Hockenheim, in Germania, durante un pit-stop, Come si può notare, dopo Ascari nessun altro figlio d’arte ha vinto più di un titolo mondiale: riuscirà Verstappen a sfatare questo tabù?
Getty ImagesJos Verstappen e Max Verstappen