Leclerc 13esimo. Vettel, all'ultimo Gran Premio con la Ferrari, 14esimo. Questi sono i deludenti risultati portati a casa dalla scuderia di Maranello nel Gran Premio di Abu Dhabi, ultimo appuntamento della stagione 2020. Mattia Binotto, assente a causa di alcuni problemi di salute (non relativi al Covid-19) ha commentato con amarezza i risultati di questo Mondiale.
Ad inizio stagione era già apparso chiaro come non ci fossero speranze di competere con Mercedes e Red Bull per i primi posti nel mondiale. Così la Ferrari ha abbassato un po' il tiro, e dichiarato come obiettivo numero 1 per la stagione il terzo posto in classifica costruttori. Oggi, 13 dicembre 2020, termina la stagione, e i risultati sono largamente più bassi di quanto ci si poteva attendere. La Rossa è arrivata sesta nel Mondiale Costruttori con 131 punti, ben 442 in meno della scuderia tedesca (573). Oltre ad essere arrivata dietro a Mercedes e Red Bull (seconda a 319 punti), la Ferrari è stata superata anche da McLaren, Racing Point e Renault, confermandosi come sesta forza del mondiale.
Il peggior risultati degli ultimi 40 anni di storia per il Cavallino Rampante. Ora, più in basso di così sarà effettivamente diffiicile andare, e dunque è necessario preparare la strada per la risalita, non guardando già da ora al 2022, ma concentrandosi sul Mondiale 2021 nel quale, almeno a livello di motore, si dovrebbe tornare a regime.
Queste le parole di Mattia Binotto: "C’è poco da dire, purtroppo, sulla gara di oggi: è la conclusione deludente di una stagione deludente. Dobbiamo voltare pagina e pensare al futuro, senza dimenticare quello che abbiamo imparato in questi mesi molto duri e difficili. Dobbiamo risalire la china, lavorando senza sosta sulla vettura del prossimo anno per recuperare il deficit di prestazione che ci separa dai migliori".
In una giornata come oggi c'è spazio anche per un pensiero verso Seb Vettel, nonostante il rapporto tra i due non sia mai stato speciale: "È il terzo pilota della Ferrari più vincente nella nostra storia in Formula 1: solo Michael Schumacher e Niki Lauda hanno fatto meglio di lui. Basta questa statistica per definire quale sia l’impronta che ha dato nei suoi sei anni con noi. Sebastian era arrivato a Maranello con tante speranze ed era stato accolto con molta attesa: ci lasciamo con molte gioie in archivio ma anche con qualche rimpianto per quello che poteva essere e non è stato. Un peccato, ma fa parte della vita, di quella di un pilota e di una squadra. Quello che è certo è che anche se dall’anno prossimo sarà un avversario in pista lui resterà per sempre parte della famiglia Ferrari".
Getty Imagesbinotto