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Tutto lascia presagire che Max Verstappen e la Red Bull continuino la loro cavalcata, ma il pubblico di Monza sogna un arrivo in fotocopia di quello che nel 1988 applaudì la coppia Gerhard Berger-Michele Alboreto, nell'unica occasione in cui la McLaren di Ayrton Senna ed Alain Prost non vinse.
Il pilota austriaco apre l'album dei ricordi per 'La Gazzetta dello Sport': "Fu un grande giorno, vincere davanti ai tifosi italiani su una Ferrari non ha prezzo; quando ero sul podio, la folla ruppe gli sbarammenti e ho avuto timore che l'assembramento provocasse vittime. Mi stavo avvicinando a Senna, che rischiava di non avere carburante a sufficienza; rischiò un sorpasso su Schlesser e si toccarono. E' stato il momento più emozionante della mia carriera, era mancato da poco Enzo Ferrari; aveva una personalità molto forte, correvamo per lui. Aveva un carattere duro, molto esigente, ma è sempre stato buono nei miei confronti; era divertente, aveva umorismo, faceva domande interessanti e raccontava aneddoti divertenti".
Si torna al giorno d'oggi: "La Red Bull domina, Versappen non sbaglia mai, come Senna allora; la Ferrari ha alti e bassi, ma ogni gara ha storia a sé, mai dire mai. Piloti come Max nascono ogni trent'anni, i rivali provano frustrazione, ma è un sentimento che va ignorato per correre meglio che si può. Leclerc è veloce, ma commette ancora errori, Sainz ha maggiore costanza, ma minore spunto; non sono loro il problema della Rossa. Se non ci fosse il suo leader, sarebbe un campionato fantastico: tanti piloti in un fazzoletto. Alonso è un grande, il suo talento è un regalo per la F1 e per la Aston Martin; Lewis è fondamentale per la Mercedes, se annusa la chance di salire sul podio, la sua motivazione aumenta".
Lo sguardo finale va verso il futuro: "La Ferrari deve pensare di potere battagliare per il titolo, non deve pensare al 2026; a Maranello c'è tutto per essere man mano più competitivi, occorre acquistare tecnici validi e remare in un sola direzione, perché la vetta è meno lontana di quel che si pensi".
Getty ImagesGerhard Berger