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Vuelta 2022: il pagellone finale

11 SETTEMBRE
CICLISMO

Prima di entrare in clima Mondiale, proviamo a rivivere attraverso le nostre pagelle i fatti salienti della Vuelta 2022

MARIO COSCO

Remco Evenepoel: 10 e lode

Già vincitore quest'anno della Liegi-Bastogne-Liegi e della Clásica San Sebastián (corsa nella quale si era imposto anche nel 2019), il 22enne corridore della Quick-Step Alpha Vinyl Team conquista d'autorità anche la Vuelta a España: spaziale!A quanti pensavano che una corsa di 3 settimane fosse troppo lunga per lui, Remco Evenepoel risponde indossando la maglia rossa dalla settima alla 21esima tappa e rifilando più di 2 minuti al secondo della generale.Le chicche? Vince una cronometro e una tappa di montagna; riporta il Belgio sul gradino più alto del podio di un Grande Giro dopo la bellezza di 44 anni ovvero dal trionfo di Johan De Muynck al Giro d'Italia 1978.In poche parole: quando (condizionato dagli infortuni) ha deciso di lasciare il calcio (aveva giocato anche con le nazionali Under 15 e Under 16 del Belgio) per il ciclismo, Remco ci ha visto bene.

Mads Pedersen: 10

Infila subito 3 secondi posti, si prende una pausa e poi piazza 3 vittorie di tappa.Già campione del mondo nel 2019, il danese domina la classifica a punti e conquista con pieno merito la maglia verde: incontenibile.

Juan Ayuso Pesquera: 9,5

Al debutto in un Grande Giro, il corridore dell'UAE Team Emirates, che compirà 20 anni il 16 settembre, conquista un ottimo terzo posto: forse, ma è un forse grande come una casa, la Spagna ha trovato l'erede di Indurain e Contador.

Primož Roglič: 9,5

Vince la corsa contro il tempo per presentarsi alla partenza di Utrecht dopo l'infortunio al Tour de France; si aggiudica la quarta tappa (la prima in terra di Spagna) conquistando la maglia rossa; perde terreno in classifica; torna in corsa per il successo; è costretto al ritiro dopo la caduta violentissima nel finale della sedicesima frazione.Non sapremo mai come sarebbe finita la Vuelta 2022 se il vincitore di quelle del 2019, 2020 e 2021 non fosse stato bersagliato dalla sfortuna: bravissimo lo stesso.  

Richard Carapaz: 8,5

Presentatosi alla Vuelta con l'obiettivo di migliorare il secondo posto del Giro, l'ecuadoriano si pianta sulla prima salita vera ed esce immediatamente dalla lotta per il successo. Forse un altro si sarebbe abbattuto, ma Carapaz è uno bravo davvero (non si sale a caso 4 volte sul podio di un Grande Giro) e allora vince 3 tappe e si porta a casa la maglia a pois azzurri, quella del miglior scalatore del Giro di Spagna.

Thymen Arensman: 8,5

Diciottesimo al Giro, sesto alla Vuelta vincendo in solitaria la tappa regina e piazzandosi secondo nell'ultima frazione di montagna.

Se fai tutto questo a meno di 23 anni, se non sei un campione ci vai vicino.

Rigoberto Urán Urán: 8

Due volte secondo al Giro d'Italia e secondo al Tour de France del 2017, il colombiano chiude la Vuelta in nona posizione.

Probabilmente Rigoberto Urán finirà la carriera senza conquistare un Grande Giro ma in compenso il 7 settembre, a Monasterio de Tentudía, ha completato la collezione di successi di tappa: 2-1-1 tra Giro, Tour e Vuelta.

Sam Bennett: 8

Vincendo la seconda e la terza tappa, il velocista irlandese indossa la maglia verde per 5 giorni: insuperabile... in Olanda!

Enric Mas: 7,5

Voto basso per il secondo della generale? Forse sì, ma abbiamo la sensazione - anche qualcosa in più - che allo spagnolo, che si era piazzato secondo anche nel 2018 e nel 2021, manchi quel quid per passare, anche soltanto nelle singole tappe, da protagonista a vincente.

Australia: 9

La doppietta di Jay Vine e il successo di Kaden Grove nell'undicesima tappa permettono all'Australia di guidare, in compagnia di Danimarca (leggasi Pedersen) ed Ecuador (o se preferite Carapaz), la classifica delle nazioni più vincenti.

Italia: 5

La maglia rossa vestita per un giorno da Edoardo Affini, 2 numeri verdi (premio di tappa per la combattività) ad Alessandro De Marchi e Samuele Battistella, 3 piazzamenti sul podio, 2 secondi posti di Samuele Battistella e un terzo posto di Edoardo Zambanini, qualche spunto da gregario di lusso di Vincenzo Nibali: tutto qui!

MARIO COSCO

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