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Uae Tour, dibattito Covid: i ciclisti si dividono

20 FEBBRAIO
CICLISMO

Alcuni protagonisti del mondo del ciclismo vorrebbero rivedere le regole in vigore.

SPORT TODAY

In vista dell'Uae Tour, il Covid resta al centro del dibattito anche nel mondo del ciclismo. Wout van Aert la pensa così: “Basta un test positivo e tutta la preparazione è vanificata. Penso che dovremo prendere in considerazione l’idea di non basarci più su un test positivo. Dovremo iniziare a guardare al Covid come le altre malattie. Non siamo stati testati per l’influenza o il raffreddore in passato. Ovviamente, se ti ammali poi devi rimanere a casa”.

Dumoulin appoggia van Aert: “Se sei positivo qui e devi restare in quarantena per 10 giorni, vuol dire che perdi tutta la preparazione, tutta la primavera, pur senza sintomi. Più o meno le stesse regole di due anni fa quando il virus era molto più mortale e i vaccini non c’erano. È quantomeno strano e ci può creare problemi. Più del ciclismo, è un qualcosa che riguarda le regole degli Stati: non so quanto il ciclismo da solo possa fare davvero”.

Per Filippo Ganna invece, i ciclisti devono eseguire gli ordini: “Per fortuna, ora la maggior parte dei casi mi sembra che sia asintomatico. Questo è già importante. Non è però il nostro lavoro decidere le regole, noi ci atteniamo a quello che ci dicono. Avremo modo di capire in futuro le scelte fatte sono state giuste o no, ma se si prendono, sono prese per il bene della comunità e non dei singoli”. Per il momento, come dice l'azzurro, non resta che rispettare le norme per la sicurezza di tutti. 

 

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