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Saranno 18 i tratti in pavè e i 18 i muri da superare nella 106a edizione di questa corsa leggendaria, il primo dei quali il sarà Vecchio Kwaremont dopo 136 km, che verrà scalato altre due volte, dopo 218 e 256 km. L’ultimo, dopo 259 km e già scalato al 221° chilometro sarà il Paterberg, ma attenzione al Koppenberg, che verrà superato a 45 km dall’arrivo e che avrà punte di pendenza massima del 22%.
Due su tutti i favoriti: Kasper Asgreen e Mathieu van der Poel, gli ultimi due vincitori della corsa, rispettivamente nel 2021, quando il danese batté in volata proprio l’olandese, e nel 2020. Il pronostico si è spalancato interamente a loro favore quando il beniamino di casa Wout Van Aert ha annunciato il forfait per la positività al Covid-19.
Asgreen non ha ancora vinto quest’anno mentre van der Poel ha già colpito mercoledì scorso in una classica del Nord, l’Attraverso le Fiandre. E’ da tenere d’occhio anche Tadej Pogacar: il fuoriclasse sloveno è al debutto da queste parti ma è capace di tutto.
Altri outsider, in ordine sparso, saranno Christophe Laporte, Stefan Küng, Tom Pidcock, il trionfatore della Milano-Sanremo Matej Mohoric, Mads Pedersen, Jasper Stuyven, Anthony Turgis, Tiesj Benoot, Victor Campenaerts, Nils Politt e Dylan Van Baarle.
Poche le speranze di successo per gli italiani, che hanno appena perso Sonny Colbrelli, il leggendario vincitore dell’ultima Parigi-Roubaix. Ci sarà Alberto Bettiol ma sembra soltanto la pallida copia di quello che vinse nel 2019, anche perché colpito dal Covid-19.
Pertanto il più accreditato a fare qualcosa di buono tra i nostri portacolori è Matteo Trentin, anche se in nove partecipazioni non è mai arrivato tra i primi dieci e oltretutto sarà a disposizione di Pogacar. E chissà che non possa essere protagonista, malgrado sia anch'egli reduce dal Covid, Gianni Moscon, sfortunato protagonista dell'ultima Roubaix vinta da Colbrelli.