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Filippo Ganna, è campione del mondo a cronometro e vincitore lo scorso anno di 4 tappe al Giro d’Italia, oltre che 4 volte iridato nell’inseguimento su pista. Eurosport lo ha intervistato in vista delle prossime Olimpiadi che si svolgeranno a Tokyo in estate.
Tanti gli argomenti trattati nella chiacchierata a 360° dal piemontese della Ineos Grenadiers, a cominciare proprio dai prossimi Giochi Olimpici. "Sarà una grande emozione tornare ai Giochi Olimpici. A Rio era stato il calcio di rigore dell’ultimo minuto: quest’anno ci arriveremo molto più preparati e con un grande obiettivo in testa. A Tokyo farò pista e cronometro, di comune accordo con i commissari tecnici Davide Cassani e Villa.
Come ci si sente ad essere la nuova icone del ciclismo italiano? Questa la risposta di Ganna: "Essere identificato come simbolo del ciclismo italiano mi dà morale, soprattutto nei momenti di sconforto dove la gamba non gira come dovrebbe. Sentire quella persona in più che ti incita a bordo strada ti fa venire voglia di aggredire i pedali."
Eppure, nonostante la sua capacità una mission impossible rimane: "Con il peso che mi ritrovo, non potrò mai competere con corridori come Tadej Pogacar, che sono la metà di me, per vincere una corsa a tappe. A meno che non mettano quindici crono da 60 chilometri l’una… Ma la vedo dura!"
Infine una riflessione sui tanti sacrifici che servono per essere un serio professionista: "Penso di essere un normale ragazzo di venticinque anni a cui piace uscire con gli amici: off season mi piace fare qualche serata, però appena riparte la stagione, so che queste cose non s’addicono a una vita da atleta. Devi fare delle rinunce se vuoi correre come si deve: grandi sacrifici portano a grandi risultati e grandi soddisfazioni, quindi ben vengano."
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