Violenza sull'ex compagna, rifiutato la scarcerazione per il calciatore

È detenuto dal 12 gennaio, Oscar Junior Benítez, e la sua liberazione non arriverà prima del processo fissato per il 19 marzo. Il calciatore, che in passato ha vestito anche la maglia del Boca Juniors, è stato ritenuto colpevole di non aver rispettato gli arresti domiciliari a cui era stato sottoposto, in seguito alle accuse di violenza contro la sua ex compagna Anabelia Ayala, la giovane ragazza che lo scorso Capodanno si è tolta la vita qualche giorno dopo averlo incontrato. Il centrocampista del Delfin presiederà dunque all'udienza, che andrà in scena tra circa un mese, in cui sarà chiamato a rispondere dell'accusa di coercizione aggravata dall'uso di un'arma, danneggiamento, minaccia, disobbedienza e possesso della stessa arma (pistola Bersa calibro 9 millimetri) senza la dovuta autorizzazione legale.

Gli atti di violenza

Sono quattro, secondo l'accusa del pubblico ministero, gli episodi per il quale Benítez sarà giudicato. Il primo risale al 16 gennaio 2021, data in cui il giocatore ha cancellato alcuni file dal computer della fidanzata. Il secondo, e più grave, è del giorno successivo in cui Oscar ha fatto irruzione nell'abitazione di Anabelia in possesso di un'arma da fuoco e, dopo aver minacciato il padre Juan Carlos Ayala pretendendo che restasse lontano dai problemi tra lui e la figlia, ha bruciato alcuni oggetti all'interno della casa.

Azioni che gli sono costate il carcere e l'obbligo di tenersi a una distanza di sicurezza di 300 metri dal suocere e dalla famiglia, infranto il 28 febbraio 2022 quando con tono intimidatorio si è rivolto all'uomo promettendogli che avrebbe ucciso lui e una persona a lui cara. Il 18 marzo dello stesso anno Benítez ha nuovamente disobbedito alle imposizioni legali presentandosi a casa di Anabelia invitandola ad aprirgli la porta armato dello stesso coltello con cui ha poi forato i quattro pneumatici del macchina di Juan Carlos.

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