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Luciano Spalletti, parlando dopo il triplice fischio finale ai microfoni di DAZN, ha commentato la prova della sua squadra. “La cosa che più mi ha soddisfatto è stata il modo in cui la squadra è stata in campo e la personalità che ha avuto. Per tutti i minuti c’è stata la ricerca del fare le cose in maniera corretta. Tranne i primi 20’ l’atteggiamento è stato costante, poi è chiaro che ci vogliono anche certe giocate come quella di Insigne che da venticinque metri fa un pallonetto, o come il goal di Lozano e la personalità di Koulibaly che davanti sa essere devastante. Abbiamo giocato un buon calcio”.
Adesso sono in molti a chiedersi se il Napoli sia da Scudetto. “Bisogna vedere quale sarà il livello di calcio che proporremo e quante volte lo proporremo. Parlo di qualità e di consapevolezza di squadra, poi il campionato è lungo e ci sono tante insidie. E’ chiaro che la squadra ha qualità tecniche, ci manca a qualcosa a livello di rosa, di cambi che consentono di mantenere lo stesso livello. Si deve durare nel tempo e ci sono squadre fortissime come il Milan che ha un gioco consolidato, l’Inter che nonostante un paio di cessioni ha lavorato bene sul mercato prendendo altri giocatori forti. La nostra forza è l’ambiente, ci sentiamo assediati dall’amore per questa squadra che si autoalimenta. Poi è chiaro che ci sono giocatori di qualità come Osimhen, come gli attaccanti esterni che sanno farsi valere nell’uno contro uno. La squadra è forte e la strada è lunga”.
Osimhen è stato protagonista di un’altra prova positiva. “Sa fare tutto. Gli manca un po’ di qualità tecnica nello stretto, ma quando giochi in campo aperto è dura prenderlo”.
Il Napoli può contare anche su elementi molto duttili a centrocampo. “Fabian Ruiz in passato in questo ruolo ha fatto delle grandi partite. A lui piace tenere palla, ma questa sera ha giocato a due tocchi. Sa vedere oltre il primo passaggio, sente dove c’è il vuoto per giocare. Ha fisico, gioca corto e lungo, se continua così può diventare un play importantissimo. Abbiamo Anguissa che qualche volta ci copre le spalle e ci completa, perché altri sono già tecnici. Quando ci si abbassa tutti sotto la linea della palla e si riparte le armi diventano tante”.
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