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Nell’intervista televisiva il 40enne si è difeso: «L'audizione è avvenuta un anno dopo l'incidente. Era il 2014. In quel contesto, non stavo parlando con persone affidabili. Hanno iniziato con una storia di gravidanza. Poi sono passati a dire che volevano farmi pagare 60mila euro. Ho reagito ridendo perché ero indignato. Non mi estorceranno nulla. So di non aver fatto nulla, non ho messo incinta alcuna donna. Volevo semplicemente uscire da quella situazione, perché ero sicuro al 100% che stavano cercando di estorcermi dei soldi. Gli audio erano fuori contesto, con persone che mi stavano molestando, che volevano prendermi dei soldi. Stavo cercando di uscire da una situazione in cui mi stavano estorcendo denaro. Quando la situazione è degenerata, mi sono rivolto ai miei avvocati. In quel momento chiunque mi ha contattato stava cercando di ottenere qualcosa da me. Ho fatto anche il test del DNA».
L’ex rossonero nella sua linea di difesa mette in dubbio l’incoscienza della donna. «La persona che mi accusa di una cosa così grave e barbara, di stupro, ricorda con precisione tutti i particolari della scena, il colore della mia camicia, quante persone c'erano. Esiste un filmato in cui si vede che sta cercando di avvicinarmi dopo che mia moglie aveva lasciato il locale. Era con altri ragazzi e con loro è rimasta fino alle prime ore del mattino. In nessun momento si è alterata o si è comportata in modo diverso. Ballava con altri, era un luogo aperto, ci potevano vedere tutti, non era incosciente».
Robinho ammette di aver avuto un rapporto con la ragazza ma sostiene la sua innocenza: «Chiunque commetta questo tipo di reato deve pagare. Ma questo non è il mio caso. Non sono violento. Non sono mai stato così. Spero che in Brasile io possa essere ascoltato. La verità è quella che ho riportato nel processo. Gli audio erano fuori contesto, con persone che continuavano a cercarmi. Ho detto cose contraddittorie ma perché il contesto era quello. Abbiamo avuto un rapporto superficiale e veloce. Poi sono tornato a casa. In nessun momento lei mi ha spinto o mi ha detto di fermarmi. C'erano altre persone. Quando ho visto che voleva continuare con altri ragazzi, sono andato a casa. Non l'ho mai negato. Era consensuale. Avrei potuto negarlo, perché non c'è il DNA, ho usato il preservativo. Ma non sono un bugiardo».
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