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Razzismo, Pogba intervista Kean: "In Italia ero triste, mi davano della scimmia"

23 DICEMBRE
CALCIO

Anche il francese ha raccontato un episodio significativo su questo tema delicato

SPORT TODAY

Lo sport lotta continuamente per combattere il razzismo, come dimostrano le tante campagne pubblicitarie dell'Uefa. L'ultima bellissima idea si chiama 'Outraged', il documentario prodotto dall'organo amministrativo più importante del calcio, per sensibilizzare maggiormente i tifosi di tutto il mondo. Tra i protagonisti ci sono Paul Pogba e l'italiano Moise Kean. Il centrocampista del Manchester United ha intervistato l'attaccante del Psg su questo tema fondamentale, che tutti e due hanno vissuto sulla loro pelle in Italia.

Pogba: "Come ti sentivi quando succedevano episodi razzisti in Italia alla Juve?"

Kean: "Non l'ho presa in modo felice, ero triste. E' brutto in un campo da calcio essere insultati per il colore della pelle. Era una partita fuori casa contro il Cagliari e sentivamo gli 'Ooo, Ooo, Ooo', che in Italia vuol dire 'Scimmia'. Mi sono detto che avrei dovuto fare qualcosa in quella partita. Arriva un cross di Bentancur e faccio gol. Sono andato sotto la Curva del Cagliari e ho aperto le braccia, come a dire 'Io sono così, sono nero e sono quello che sono'".

Pogba: "Hai ricevuto insulti anche sui social?"

Kean: "Sì, assolutamente. 'Scimmia', 'Non esiste un nero italiano', 'Non fai parte di questo Paese'. Invece io sono nato in Italia, mi sento Moise, un ragazzo di colore che non è diverso dagli altri".

Anche Pogba ha voluto ricordare un episodio di razzismo nei suoi confronti: “Sentivo un bambino insultare con affianco il padre quando giocavamo a Firenze contro la Fiorentina. Uscito dal campo gli ho dato la mia maglia, mi è sembrata la risposta migliore”. Una bella risposta che speriamo abbia dato un insegnamento al bambino. Stesso discorso per 'Outraged', che ha ovviamente l'obiettivo di educare la gente che avrà modo di guardarlo. Protagonisti del documentario anche altre star della Serie A, come Mourinho, Koulibaly e Gullit. Sicuramente anche loro vittime o testimoni di insulti razziali che vorranno dare lo stesso messaggio: no al razzismo.

Moise Kean

Getty ImagesMoise Kean

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