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La partita più attesa va agli Stati Uniti. Ora per gli iraniani inizia una gara ancora più dura

29 NOVEMBRE
CALCIO/QATAR 2022

Pulisic ha deciso la sfida che ha sancito il passaggio del turno americano e l'eliminazione degli asiatici.

SPORT TODAY

Per questioni extrasportive quella tra l’Iran e gli Stati Uniti era la partita più attesa in assoluto. Con un eufemismo si può dire che tra i due stati non ci sia simpatia. Le cause affondano le loro radici nella storia. I meno giovani sanno per esempio che, tra il 4 novembre 1979 e il 20 gennaio 1981, nell’occupazione dell’ambasciata statunitense a Teheran cinquantadue cittadini americani vennero trattenuti per 444 giorni prima di essere liberati in seguito a un accordo tra le due nazioni promosso dalla mediazione dell’Algeria. Le tensioni che stanno caratterizzando l’Iran negli ultimi tempi, e che hanno portato anche a più di una vittima, non stanno di certo aiutando. E come a volte succede sono andate a riflettersi sullo sport: le immagini dei calciatori che hanno cantato l’inno prima della gara con il Galles hanno colpito tutti. 

Martedì sera, però, a parlare è stato il campo. E ha detto che gli Stati Uniti hanno vinto meritatamente e che quindi hanno passato il turno: negli ottavi di finale se la vedranno con l’Olanda di Louis Van Gaal, che nel pomeriggio ha battuto per 2-0 il Qatar (0 punti e pochissimo gioco in questo Mondiale per gli organizzatori). 

Tattica veramente attendista quella esibita dalla squadra di Carlos Queiroz in un primo tempo chiuso meritatamente in vantaggio dagli americani, che a fine frazione hanno anche raddoppiato con il figlio d’arte Tim Weah, in fuorigioco con un ginocchio. Nella ripresa si è visto un Iran diverso, che almeno ha provato a mettere in difficoltà gli avversari e ha cercato di raggiungere il pareggio che avrebbe cambiato le carte in tavola nel girone. Gli Stati Uniti hanno controllato senza grandi affanni ma hanno dovuto attendere il triplice fischio per essere tranquilli. Anche perché privi nella ripresa di Pulisic, infortunatosi nell’azione del gol che ha deciso l’incontro, non sono riusciti a raddoppiare. E, a dire il vero, non ci sono neanche andati troppo vicino. Nemmeno nei nove minuti di recupero concessi dall’arbitro spagnolo Lahoz.

Nel 1998, ai Mondiali di Francia, era andata in modo molto diverso tra le due squadre: l’Iran, con le reti di Hamid Estili e Mehdi Mahdavikia, aveva sconfitto gli Stati Uniti, a cui non era bastato il gol nel finale di McBride. Per gli asiatici si trattò del primo successo in un campionato del mondo (al loro esordio in una fase finale della rassegna iridata, nel 1978, conquistarono un pareggio con la Scozia e persero le sfide con l’Olanda e il Perù) e, nonostante l’eliminazione, si tolsero la soddisfazione di terminare il raggruppamento davanti ai rivali a stelle e strisce, ultimi con tre sconfitte in altrettanti incontri. 

Mentre Iran e Stati Uniti si sfidavano, a pochi chilometri di distanza andava in scena l’altra gara del girone: l’Inghilterra ha sfondato nella ripresa e ha fatto proprio per 3-0 (Rashford, Foden, Rashford) il derby britannico con il Galles. La squadra di Gareth Southgate, agli ottavi, affronterà il Senegal di Kalidou Koulibaly. Che a fine match, ancora una volta, ha mostrato il suo spessore umano dedicando il suo gol alle vittime della tragedia di Ischia. E ora tutto il mondo attende di vedere il ritorno in patria degli iraniani, con la speranza che non ci siano ripercussioni per il loro atto di coraggio.

Getty Images

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