_atrk_opts = { atrk_acct:'ryZiw1Fx9f207i', domain:'sport-today.it',dynamic: true};(function() { var as = document.createElement('script'); as.type = 'text/javascript'; as.async = true; as.src = 'https://certify-js.alexametrics.com/atrk.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0];s.parentNode.insertBefore(as, s); })();
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Per CR7 si è trattata della prima partita da quando non è più un Red Devil e fin da subito si è capito che per lui non si trattava di una gara come le altre. E’ vero che il Mondiale è sempre il Mondiale ma il portoghese è stato vinto dall’emozione nel momento in cui è stato eseguito l’inno nazionale lusitano. Le telecamere hanno indugiato sul suo viso, si è avuta l’impressione che potessero presto scendere delle lacrime. Non è stato così e quando è cominciato l’incontro con il Ghana si è subito capito che il campione volesse lasciare il segno. E ci è riuscito, cristallizzando un momento storico, quello che è arrivato con il suo gol: rigore conquistato, rigore realizzato. Un momento storico perché nessuno, prima di lui, è stato capace di andare a segno in cinque campionati del mondo consecutivi: lo ha fatto tirando dal dischetto una sassata sotto alla traversa. Tutti i suoi compagni sono andati ad abbracciarlo, per condividere con lui la gioia per il vantaggio ma anche per una rete che ci ricorderemo per anni. Una gara che sembrava essersi messa in discesa per la squadra di Fernando Santos ma che in realtà si è complicata poco dopo, quando il Ghana è pervenuto al pareggio. Poi però sono arrivate le reti di Joao Felix e del milanista Leao a cui ha risposto solamente Kudus, anche se i portoghesi hanno sofferto fino alla fine prima di potere alzare le braccia al cielo per il 3-2 conclusivo.
Poche ore dopo tutti aspettavano Neymar, che tra l’altro, poveretto, è uscito dal campo con una caviglia malconcia (e c’è preoccupazione, naturalmente, per l’asso del Paris Saint Germain, ma a fare la differenza ha pensato Richarlison. Che, per la verità, non è che abbia brillato per un’ora: anzi, secondo molti, è stato il peggiore dei ventidue in campo. Quando la Serbia, imbottita di calciatori che giocano in Italia, stava cominciando a credere di poterla fare franca, Richarlison ha cambiato le carte in tavola. Prima con un tap-in sulla respinta di Vanja Milinkovic-Savic, portiere (anche del Torino) nonché fratello di Sergej (centrocampista, anche della Lazio) e poi con un gol che ha mandato in visibilio chi ama il calcio: una spettacolare semi-rovesciata che ha ricordato una giocata da spiaggia, ma con un coefficiente di difficoltà decisamente superiore. Fatto sta che grazie alla doppietta del pupillo di Tite, il commissario tecnico della Seleçao, il Brasile ha piegato gli slavi, mettendo in carniere i primi tre punti. Mentre, non va dimenticato, tanto l’Argentina, quanto la Germania, sono ancora a zero punti dopo avere sorprendentemente perso all’esordio rispettivamente al cospetto dell’Arabia Saudita e del Giappone.
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