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Con i britannici Giroud è andato a segno per la quarta volta in questo Mondiale, che ha cominciato con la doppietta ai danni dell’Australia e nel quale ha timbrato il cartellino anche contro la Polonia. L’assenza di Benzema, che tra l’altro è molto meno uomo spogliatoio del milanista (e che già in Russia, quattro anni fa, non c’era, per questioni che con il calcio hanno ben poco a che fare), si è fino a oggi rivelata un fattore positivo per la formazione di Deschamps, con Didì che sa di potere contare su un fuoriclasse assoluto, Kylian Mbappé, e su una serie di elementi di altissimo livello in grado di andare fino in fondo anche in Qatar e, quindi, di confermare il titolo.
Per un centravanti al settimo cielo ce n’è invece un altro che è sprofondato nel baratro sabato sera. Naturalmente stiamo parlando di Harry Kane, che ha avuto l’occasione di riportare la sua Inghilterra sul pareggio, ma che ha calciato veramente male il rigore assegnato dall’arbitro Wilton Sampaio, un brasiliano che con la sua direzione non ha molto convinto, per un ingenuo fallo di Theo Hernandez (che la giacchetta nera non aveva sanzionato, peraltro, vedendosi richiamata dagli uomini al Var).
Di attenuanti, naturalmente, Kane ne ha. A partire dal fatto che non si è trattato del suo primo giro sul dischetto della serata. In occasione del primo penalty assegnato dal fischietto sudamericano, il bomber britannico aveva mandato la palla alla destra di Hugo Lloris, che si era proteso dalla parte opposta. La seconda attenuante per Harry è data dalla presenza tra i pali avversari di un portiere che lo conosce benissimo: i due, come ben sappiamo, sono compagni di squadra dal Tottenham e lo sono praticamente da dieci anni.
Chissà quante volte si sono fronteggiati dal dischetto in allenamento, magari anche per gioco. Sia l’uno che l’altro sapevano benissimo di non agire in un nebbioso pomeriggio londinese e conoscevano perfettamente la posta in palio: in certe situazioni chi ha da perdere è soltanto l’attaccante e così è stato, con Kane che ha scagliato in tribuna la palla del 2-2. Un’altra delusione dal dischetto per i sudditi, che già contro l’Italia avevano perso proprio lì il campionato europeo e che anche in Qatar hanno continuato un’astinenza che dura ormai dal 1966, quasi un’eternità. E ora, per la Francia, ecco il Marocco. Un undici sorprendente, un undici contro cui i Bleus avranno ancora bisogno di Giroud.
Getty ImagesHarry Kane