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Croazia di nuovo terza, Marocco che può andare a testa alta

17 DICEMBRE
CALCIO/QATAR 2022

Per la seconda volta nella sua storia la compagine biancorossa si è piazzata al terzo posto in un campionato del mondo.

SPORT TODAY

Per la seconda volta nella sua storia la Croazia si è piazzata al terzo posto in un campionato del mondo. La squadra biancorossa vi era riuscita nel 1998, alla sua prima partecipazione dopo la tragica disgregazione della Jugoslavia, e si è ripetuta in Qatar quest’anno. In Francia la Croazia, che aveva perso in semifinale proprio contro i padroni di casa (a fare la differenza, dopo la rete di Davor Suker, la sorprendente doppietta firmata da Lilian Thuram), nella finalina si impose per 2-1 sull’Olanda. 

Stesso risultato maturato sabato pomeriggio con il Marocco, la rivelazione del torneo, che è andato sotto per la rete di Gvardiol (il giocatore più giovane ad avere trovato il gol con la Croazia ai Mondiali), ha pareggiato con Dari, neanche due minuti dopo essere andato sotto, ma non è poi più riuscito a reagire dopo la rete di Orsic. Qui va aperta una parentesi perché in molti, a casa, si sono domandati quanto avrebbe urlato Adani se a regalare una gemma del genere non fosse stato il quasi ventunenne attaccante della Dinamo Zagabria ma Leo Messi. 

A proposito di Adani, che ha fatto da spalla a Stefano Bizzotto per la finalina (mamma Rai ha affidato la finale per il primo posto al duo formato da Alberto Rimedio e Antonio Di Gennaro), sabato ha voluto prodursi nell’ennesima prodezza verbale della sua avventura in Qatar paragonando Luka Modric, uno dei fuoriclasse più altruisti di sempre, a Drazen Petrovic, il compianto campione del basket, che invece era assai individualista. Un parallelo che, ovviamente, non è passato inosservato sui social, ancora una volta cassa di risonanza delle esternazioni dell’ex calciatore di Brescia e Inter tra le altre. 

Curiosamente una nazionale europea si è imposta per l’undicesima volta di fila nella finale per il terzo posto di un Mondiale: l’ultima non proveniente dal Vecchio Continente è stato il Brasile, che nel 1978, in occasione del Mondiale argentino, piegò per 2-1 l’Italia, che pure aveva chiuso in vantaggio il primo tempo grazie alla rete messa a segno da Franco Causio su assist di Paolo Rossi. Un gol di testa, non proprio la specialità del ‘Barone’, che però nella ripresa sarebbe stato pareggiato da Nelinho e poi reso di fatto inutile da Dirceu: due reti, quelle dei brasiliani, realizzate con conclusioni dalla distanza che avrebbero messo sul banco degli imputati Dino Zoff, già castigato nella stessa maniera pochi giorni prima dagli olandesi. 

Da parte del Marocco, sabato, c’è stata qualche protesta a fine gara, ma in realtà se c’è stato un errore grande da parte dello staff arbitrale è stato quello di non avere concesso un calcio di rigore alla squadra croata per un evidente fallo in area di Amrabat su Gvardiol, che è stato autore di un ottimo Mondiale (grave, però, la sbavatura in occasione della prima rete argentina in semifinale) e la cui valutazione si è sicuramente alzata. Per i marocchini resta la soddisfazione di essere stati i primi africani a issarsi fino alla semifinale della rassegna iridata: per loro c’è da aspettarsi un’accoglienza trionfale, quanto meritata per quello che sono riusciti a fare, in patria.

Croazia

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