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Questo sta portando alle proteste di moltissimi calciatori, che si sentono sempre di più trattati come macchine o come qualche sorta di extraterrestri, il cui fisico è in grado di performare al top in qualunque occasione.
"Eh ma vengono pagati milioni, di che si lamentano?!" è la critica più comune tra i tifosi. Se questo in parte potrebbe essere vero, è anche vero che il livello delle prestazioni varia col passare della stagione, varia dipendentemente col numero di partite giocare e con lo stress psico-fisico dei calciatori. Proprio per questo si stanno valutando alcune soluzioni, anche se rimangono casi isolati. Per fare un esempio, la Ligue 1 ha recentemente approvato la riforma del campionato, che porterà la lega ad avere un massimo di 18 squadre a partire dal 2023/2024. Questa soluzione, diminuendo il numero di partite, dovrebbe anche favorirne la crescita di livello. Anche in Italia se ne parla da anni ma, come spesso succede, nulla si muove.
A tal proposito si è espresso il difensore della nazionale francese e del Real Madrid Raphael Varane a Ouest France:
"Quando vediamo i vari progetti di riforma delle competizioni, con sempre più partite, ci diciamo che è complicato. Sento dire che vogliamo che il calcio rimanga attraente, con spettacolo e intensità. Se vogliamo interessare la gente, rivitalizzare il calcio, serve uno spettacolo vero che a volte è mancato loro durante il Covid. E per questo bisogna pensare alla salute fisica e mentale dei giocatori. I calendari sono pieni. Quando è troppo è troppo. Alcuni allenatori ne parlano sempre di più, e bisognerà dirlo ancora di più. Non è che siamo pigri, non è la nostra mentalità, è solo bisogno di fermarsi ogni tanto! Per un giocatore dire all’allenatore che vorrebbe essere un po’ più tranquillo è difficile. Noi non possiamo! Qual è lo scopo di giocare ogni giorno?".
Getty ImagesRaphael Varane